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Ci voleva un gruppo di studenti coraggiosi, con il senso della storia e della memoria, per dedicare un film alla Resistenza in Valdichiana, mentre ancora sono in vita molti scampati alle stragi naziste e vive sono anche le polemiche sulle responsabilità. Se la ferocia delle SS resta indubitabile, qui, come a Roma per le Fosse Ardeatine, c’è tutt’oggi chi si chiede se davvero quelle stragi non si potevano evitare.
Il cinema ha però una forza evocativa tutta sua, e che all’origine del film ci siano dei giovani e una scuola è un fatto di assoluto significato in tempi che ai valori e all’epopea resistenziale oppongono ansie revisioniste più o meno esplicite.
Il titolo è Il sorriso di mio padre, la classe la 3° IPIA, indirizzo Professionale (Industria e Artigiano) dell’Istituto di Istruzione Superiore di Castiglion Fiorentino. Sono poco più di una dozzina di studenti di 15/16 anni impegnati in tutti i ruoli del cast, sceneggiatura e costumi, protagonisti e regia, con la consulenza di due professionisti e il supporto dell’insegnante Rosella Manciati. Girato a Lucignano nei giorni scorsi malgrado il maltempo, è adesso in fase di montaggio.
Si tratta di uno degli otto cortometraggi previsti dal progetto Alla scoperta della Valdichiana, edizione 2011 del ciclo 100 itinerari + 1, che l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze ha esportato nell’aretino con la collaborazione della Regione e della Provincia, dei sette comuni e delle scuole della valle. Protagonisti 1.050 studenti e 50 insegnanti di 57 classi di 24 istituti (elementari, medie e superiori). Lo scopo è di aiutare i ragazzi a conoscere la terra in cui vivono e tutti i lavori saranno presentati dal 28 aprile in una mostra multimediale nella Fortezza di Girifalco.
Il film racconta dunque gli anni dell’occupazione tedesca attraverso gli occhi di Delfo, un bambino che nei piccoli giochi allora possibili cerca di dimenticare la paura e gli orrori della guerra.
Siamo ovviamente tra le montagne della Valdichiana e dopo essersi rifugiati per alcuni giorni nei boschi per timore di un’incursione tedesca, Delfo e i genitori tornano al paese convinti del cessato allarme. Ma proprio quando tutto sembra tranquillo, ecco l’agguato delle SS e la sanguinosa rappresaglia.
A quel punto giocare non è più possibile, il nemico spara anche sui bambini. Delfo si salva, non per miracolo, bensì grazie al sacrificio del padre partigiano, che prima di morire gli regala il suo ultimo sorriso.
Vale la pena citare gli studenti che hanno ricoperto i ruoli principali. Delfo è il piccolo Federico Formichi (figlio di amici), il padre Adriano Celentano, la madre Anna Verena Schippa, due soldati SS Serbanica Vasile e Fabian Stoica, la staffetta Fabio Delle Serre. Hanno lavorato alla sceneggiatura Gianluca Biagiolini, Mattia Borgni e Gianluca Cuomo insieme a Fabian Stoica che firma anche la regia