Mentre la situazione torna alla normalità ma lascia tracce e ferite indelebili per molti territori di Toscana, Umbria e Lazio, è possibile tirare le somme dal punto di vista meteorologico e cercare le cause di ciò che è accaduto in atmosfera.
Ciò che ha sconvolto è stata la persistenza e l’elevata intensità dei fenomeni concentratisi su un’area vasta che abbraccia le tre regioni. In quest’area infatti è andato in scena un poderoso contrasto tra masse d’aria molto differenti: quella più fresca atlantica che spingeva da ovest in quota e quella molto calda e umida affluita dal settore meridionale del Mediterraneo in cui le temperature superficiali marine sfiorano ancora i 25°C. Il moto anomalo della bassa pressione che anziché evolvere verso est ha puntato verso sud ha creato le condizioni affinchè questa linea di contrasto venisse a trovarsi per 48 ore sempre sulle stesse zone.
Tali condizioni di scarsa mobilità dei fronti ha prodotto anche in passato eventi alluvionali disastrosi ed ecco perché è parsa subito preoccupante.
Il sistema temporalesco ha continuato tecnicamente ad auto-rigenerarsi alimentato dal carburante sciroccale ed ha riversato quantitativi di pioggia che per molte zone rappresentano un vero e proprio record da quando vengono effettuate le rilevazioni pluviometriche. E’ il caso del grossetano dove in alcune località sono precipitati circa 400mm di pioggia in 48 ore (intensità 6-10mm l’ora).
L’aretino ha fatto invece registrare cumulate comprese tra 130 e 160mm grazie a nuclei precipitativi che sono giunti con intensità decisamente più bassa rispetto alle aree sopra citate (3-5 mm l’ora) ed è stato quindi garantito un miglior drenaggio delle acque nel suolo ed un afflusso più morigerato delle acque dai bacini imbriferi verso i corsi d’acqua. I danni pertanto sono stati molto più limitati e gli allagamenti hanno riguardato quasi esclusivamente le aree più basse della Chiana.
Questi episodi richiamano l’attenzione sull’esigenza di una costante manutenzione del corso di fiumi e torrenti, delle reti di canali e dei sistemi fognari delle città. Bisogna smettere di costruire vicino ai corsi d’acqua ed abolire l’impermeabile cemento ricordandosi che la natura deve esser lasciata sfogare e mai imbrigliata!