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Regione: Siena festeggia, Arezzo si mangia le mani

{rokbox title=| :: P|}images/stories/ceccarelli2.jpg{/rokbox}Siena che festeggia, Arezzo che protesta e si mangia le mani. Pare che finisca così, a meno di clamorose sorprese dell’ultimora, la partita per gli assessorati regionali, con strascichi polemici che coinvolgono il partito di maggioranza relativa, il PD. Oggi primo Consiglio, dalle 9, con il neo-presidente Enrico Rossi che comunicherà i dieci nomi da lui scelti per il governo toscano. A quel che si legge sui giornali, in attesa di una ufficializzazione sepolta sotto una strana coltre di “top secret”, nella rosa di Rossi dovrebbe esserci Luca Ceccobao, Sindaco di Chiusi, nome uscito decisamente a sorpresa in questi ultimi giorni e piano piano trasformatosi da semplice “papabile” a sorprendente certezza.

Non ci dovrebbe essere, invece, Vincenzo Ceccarelli che contrariamente a Ceccobao era da diversi mesi considerato fra i nomi pressochè certi, anche in virtù del fatto che aveva stravinto le primarie regionali dello scorso Dicembre, risultando il candidato più votato di tutta la Toscana. Tutto questo, unito al buon risultato del PD e del centrosinistra ad Arezzo e provincia e al fatto che quel territorio fosse rimasto fuori negli ultimi anni dal governo regionale, pare non sia bastato a fruttare a Ceccarelli un posto in giunta. Va però detto con onestà che la sicurezza non c’era mai stata; più che altro era stata forte l’aspettativa visto che le carte in regola c’erano tutte e c’erano talmente tanto da far perdere un po’ di contatto con la realtà e le difficoltà oggettive della situazione. Prima di tutto la riduzione degli assessori da 14 a 10, poi le logiche delle alleanze, poi le doverose riconferme, infine l’infausta regola del 5 a 5 fra donne e uomini: tutti questi fattori non hanno fatto altro che comprimere le esigenze aretine in una strettoia da dove non si è riusciti ad uscire vedendo la luce, con buona pace dei propositi della vigilia come quelli della valorizzazione del merito, delle identità territoriali, della partecipazione democratica.

La decisione drastica di ieri sera, l’autosospensione della Direzione Provinciale del PD aretino, è un atto sicuramente pesante che la dice lunga su quanto Arezzo si sia sentita tradita e apre scenari molto complessi anche per il futuro, con uno strappo fra la dimensione locale e quella regionale che può portare conseguenze anche a lungo termine. Si tratta di una decisione estrema presa non tanto per tentare di indurre Rossi a un ripensamento, ma per la necessità di manifestare in qualche modo il dissenso e non perdere contatto con una realtà territoriale che aveva scelto il PD anche per la prospettiva di contribuire a portare Ceccarelli in giunta e adesso non riesce a capire perchè il due volte Presidente della Provincia sia rimasto escluso. Rossi in queste ore ha comunque grane ben peggiori da gestire (una per tutte gli aut aut dell’Italia dei Valori) cosicchè la battaglia aretina, seppur carica di motivazioni sacrosante, rischia di essere ridotta nella vulgata politica ad una mera ribellione campanilistica.

Il problema vero non è però quello del campanilismo, ma del fatto che ad Arezzo, passata la rabbia, sarebbe forse l’ora di farsi un po’ di domande per capire come mai questa provincia, pur avendo tutte la carte in regola, non è riuscita a vincere la sua battaglia. Arezzo, si dice in modo un po’ spicciolo, “ormai non conta nulla”. Non è un territorio capace di esprimere una forza economico-sociale tale da competere con altre realtà toscane che costantemente “ci passano avanti”. Ormai Arezzo è un territorio marginalizzato. Se tutto questo è vero allora c’è da chiedersi il motivo, e va fatto alla svelta per cercare, finite le litigate di queste ore e digerita l’amara pillola dell’esclusione di Ceccarelli, di dare una sterzata.

Intanto si è chiarito perlomeno il rebus dei consiglieri. A questo punto saranno sei quelli aretini: Ceccarelli e Brogi (PD), Mugnai e Ammirati (PdL), Manneschi (IdV), Locci (Lega). A tutti questi consiglieri rivolgiamo i migliori auguri di buon lavoro ben consci del fatto che non contano solo gli assessori, ma anche i consiglieri possono svolgere un’opera importantissima per il nostro terrtorio.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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