Dicono che tutto stia cambiando, ma per i Comuni l’andazzo è quello degli anni passati: sempre meno soldi spendibili, sempre più tasse da riscuotere per conto terzi e un’autonomia di indirizzo ormai ridotta all’osso. L’ultima conferma arriva col Ministero dell’Interno che ha deciso la proroga del termine per l’approvazione dei bilanci di previsione 2015 degli enti locali al prossimo 31 maggio. Perchè questo “extra-time” per l’atto in cui si pianifica la spesa dell’anno in corso?
Perchè lo Stato non è ancora in grado di fornire i dati relativi a quanti soldi trasferirà a Comuni e Province. In assenza di questi dati gli enti non possono ovviamente predisporre una previsione poichè non sanno quanti soldi riceveranno e (di conseguenza) quanti ne potranno spendere
La pratica dell’extra time all’italiana non è comunque una novità. Nel 2014 toccò una vetta assolutamente paradossale: l’approvazione dei bilanci di previsione slittò addirittura al 30 novembre. A soli 30 giorni dalla fine dell’anno si stabiliva come si sarebbero dovuto spendere i soldi… in quell’anno ormai finito!
La logica vorrebbe ben altro. I bilanci di previsione, proprio perchè “di previsione”, avrebbero senso se approvati molto prima, meglio se entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello cui fanno riferimento così che i Comuni possano fare una reale programmazione delle entrate e delle spese e abbiano quindi l’opportunità di realizzare, con le proprie scelte politiche, una reale azione amministrativa. Un po’ come quando si va in vacanza: prima di partire si fa un previsionale stabilendo più o meno quanto spendere e come, poi al ritorno a casa si fa il consuntivo di quanto si è speso realmente perchè può sempre accadere un imprevisto, una spesa extra o qualcosa di risparmiato
Così vorrebbe anche la legge… sconfessata dalle proroghe tipicamente italiane
Ovviamente gli enti, non potendo restare inattivi, si barcamenano durante l’anno in regime di esercizio provvisorio o di gestione provvisoria, con tutti gli annessi e connessi. I conti vanno fatti quadrare alla fine, quando potrebbe essere troppo tardi.
Questo fenomeno, oltre a bloccare l’azione politico/amministrativa dei Comuni mette in seria difficoltà i contribuenti: le tasse locali restano un mistero fino all’ultimo. Non si sa mai quanto ci sarà da pagare e per cosa; l’unica certezza è che si dovrà farlo
Può tanta incompetenza e inconcludenza di chi sta al vertice pesare così tanto sui livelli locali? Quanto durerà ancora?
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