Niente candidatura per Consiglieri Regionali e Sindaci sopra i 5mila abitanti: lo ha stabilito la Direzione Nazionale del PD, riunita ieri a Roma, che ha così impostato le regole per le primarie parlamentari del 29 e 30 Dicembre. La notizia ha risalto anche locale, perchè grandi sono i sommovimenti politici in vista di questo appuntamento e da giorni si discute di chi potrà rappresentare il nostro territorio nello schieramento di centrosinistra, dopo aver acquisito la notizia che per Grillo ci sarà Chiara Gagnarli, la sesta più votata alle “Parlamentarie” del MoVimento 5 stelle. In parole povere: niente Vincenzo Ceccarelli, niente Enzo Brogi, niente Andrea Vignini.
Per candidarsi, a parte gli onorevoli uscenti (come Donella Mattesini) che non hanno bisogno di raccogliere firme, gli altri dovranno raccogliere un numero di sottoscrizioni pari al 5% dei tesserati del partito in provincia. In pratica circa 200-250 firme firme, visto che il numero di iscritti al PD nel territorio aretino è di circa 5mila.
Stando al regolamento, potranno votare gli iscritti al 2011 e gli elettori delle primarie del 25 novembre che dichiarino di essere del Pd, ma anche quanti non avevano rinnovato la tessera e decideranno di farlo. Per votare si verserà un contributo di due euro. La data rimane fissata al 29 dicembre in quasi tutte le regioni e in altre il 30 su richiesta delle segreterie regionali. Bersani sceglierà anche i capilista; esisterà poi una quota di presenze per la “società civile”. E’ prevista la doppia preferenza uomo/donna con l’obbligo di garantire almeno il 33 per cento della presenza femminile nelle liste
Intanto è già partito il toto-onorevole e dilaga l’interpretazione retorica dei due schieramenti contrapposti: “apparato” contro “renziani”.Questa interpretazione semplicistica campeggerà inevitabilmente fino al 31 Dicembre permettendo di accendere bagarre politiche locali mostrando a tutti la pagliuzza e dimenticando la trave, cioè i nomi dei “veterani” salvati da Bersani col suo listino nazionale, gente che finirà in parlamento senza dover passare per le primarie