{rokbox title=| Immagine esterna del ‘Porchetta NYC’ :: |}images/porchettanyc.jpg{/rokbox}Un maiale ha attraversato l’Atlantico ed è sbarcato a New York. Se traversava ai tempi di Colombo poteva chiamarsi Nina o Pinta, oggi che siamo meno romantici è stato chiamato Porchetta NYC. Alla guida del Maiale Migrante una nuova Cristoforo Colombo, una donna, Sara Jenkins.
Lunghi soggiorni a Roma, ma le estati a Cortona, dove ha colto l’idea che poi ha perfezionato andando a Panzano dal Mad Butcher – Macellaio Matto – Dario Cecchini. Già il nome del paese è un invito alle parti corporee interessate da abbuffate.
E’ la prima volta che gli Americani hanno visto un maiale intero cotto, avendolo conosciuto sempre in geometrie anonime, e questo all’inizio ha fatto un po’ di effetto. Ma poi si sono innamorati anche del croccare della pelle. Noi così avvezzi a coniugare la Porchetta alla parola Sagra, ed alle piazzette Garibaldi ci frastorna sapere che il locale Porchetta NYC si trova nell’East Village sulla 110 East Seventh Street di New York.
La proprietaria ha resistito alla tentazione di servirla con aggiunte di senape, maionese e cetrioli, ed sta educando i newyorkesi ai gusti forti delle spezie e aromi. Il locale è piccolo, e la fila fuori è una normalità. La Porchetta, grazie a questo locale, è entrata nelle più importanti riviste come La Cucina Italiana, Food & Wine Magazine, New York Magazine, Time out NY Best 100, Gourmet Magazine. Ora esiste solo un punto vendita ma con questo spargimento di …aromi è facile immaginare che tra qualche tempo, viste le tendenze erotiche del momento, la Porchetta sia presa in mano da qualche facoltoso, e magari sia quotata in borsa.
Dalle nostre parti è sempre arrivata al massimo in Bocca, od in qualche Residence, in USA arriverà in Borsa.
Sara Jenkins, Cortonese di ispirazione, non si è fermata ed ha organizzato Operation Porchetta per le truppe USA in Afghanistan. Avendo la possibilità di ordinare panini con la porchetta on line, solo da noi è rimasta On the Camion del Porchettaro, una mattina si è vista arrivare un ordine per email dal Sergente Maggiore Robert Bergmann del Marine Aviation Logistics Squadron-40 che aveva cercato in Google il “Best Sandwich”. Sara all’inizio ha pensato ad uno scherzo, ma poi ha capito, ed è passata all’azione. Ha chiamato il Niman Ranch, fornitore di maiali allevati con romanticismo, e se n’è fatta donare uno di 75 Kg. Il Sullivan St. Bakery ha messo il pane ciabatta, la DHL è stata la sola che ha accettato la consegna. Il packaging e le istruzioni di cottura erano a livello di ingegneria della Monte San Savino Porchetta University.
La Porchetta è stata definita dalle truppe il miglior pasto avuto negli ultimi 11 mesi, ed il Maggiore Cunnings ha scritto a Sara Jenkins: “…gli Americani come te sono la ragione per cui siamo qui… tu ci hai illuminato il giorno, hai insegnato alle nostre papille gustative una lezione culinaria, e cresciuto il nostro orgoglio nel nostro Paese, e degli Americani che ci sostengono”.
Hai capito la Porchetta! Nel 1968 mandavano nel Vietnam le Conigliette di Playboy a tirare su la truppa, ora manderanno le Porchette. Una battuta m’insorge, ma non la dico, altrimenti mi tocca discutere col Comitato Donne, e non le vorrei trovare di nuovo in piazza Guido Monaco contro di me.
Molti dei militari dopo il Porchetta Day hanno pianificato al rientro una visita a New York al tempio della PORCHETTA.
Pausa di riflessione marketing.
A questo punto cosa viene in mente agli addetti ai lavori, ed agli enti preposti alla promozione del nostro cibo? Cosa fare? Non do ora la risposta.
Da Aretino devo muovere ancora una volta una pallina sul pallottoliere a favore di Cortona, ed è proprio un masochismo. Ma vediamo di sollevare un po’ l’Orgoglio Aretino. Pronti?
A New York se andate alla 46W 22nd Street potete sedervi ad un ristorante che sia chiama Arezzo. Tra i clienti sono passati Paul Newman, Paris Hilton, Gillian Hearst ed altri. Ora però, giusto per fare onore alla sfiga nostrale – prodotto locale diffuso – ,il ristorante sembra in procinto di chiudere.
Con un paio di ore di aereo andate a Wincester nel Tennessee, all’Arezzo’s sulla 100 1st Avenue NW, dove il menù per la verità non ha molto dei nostri posti. Ok, allora voliamo all’ Arezzo Ristorante sulla 5057 France Ave di Minneapolis, Minnesota. Qui sarete a casa perché troverete un affresco che riproduce quello della Sala dei Grandi del Consiglio in Provincia, dove appunto sono dipinti i nostri Grandi. Anche i dipinti di Piero della Francesca sono in altra parete. Il ristorante è Best Winner 2010. Di cibo aretino c’è quasi niente, ma troverete in compenso un Ghana Padano, avete letto bene Ghana. Se lo sa Bossi s’incazza.
Oramai andiamo in Florida a Palm Beach Gardens al 400 Avenue of Champions all’Arezzo Restaurant in un Resort di primo livello con annesso Campo da Golf dei grandi circuiti.
Dopo tutta questa sgroppata conviene andare a Carlsbad in California a farsi rimettere in sesto all’ Arezzo Salon and Spa. Se vi sono avanzati i soldi, e se non avete un parente orafo a cui questuare sconti, andate a Chicago all’Arezzo Jewellers al 3118 North Harlem Avenue.
Odiate gli USA? Andate a L’Arezzo in Francia a Montpellier all’8 Rue de l’Herberie, od in Inghilterra a Oxford all’ Arezzo Restaurantdentro lo Hawkwell House Hotel.
Ma guarda per battere Cortona 8 a 1 che giro mi è toccato fare.
Arezzo… così internazionalmente presente, ma così poco internazionale.
Piero Rossi
Aretino Turista ad Arezzo
itAlien Immigrato in Italia
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