{rokbox title=| :: |}images/stories/cortona4.jpg{/rokbox}Visto che, come più volte ho sottolineato, considero elemento fondamentale per lo sviluppo economico, turistico e culturale della nostra Valdichiana il nascente Piano Locale Energetico, propongo alcuni elementi a beneficio della discussione. Premesso che pare ormai condiviso che ci debba essere la ferma convinzione DI RIFIUTARE, CON OGNI MEZZO LECITO, LA PRESENZA NEL TERRITORIO DI CENTRALI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA ALIMENTATE A CARBONE, AD IDROCARBURI E A NUCLEARE, il piano Comunale, di Zona o Provinciale che sia, dovrà comunque oltre che rispettare le normative nazionali e regionali vigenti, salvaguardare alcuni aspetti fondamentali come il paesaggio, i centri storici, la vocazione agricola del nostro territorio, la salute dei cittadini e deve darsi come obbiettivo quello di garantire l’autonomia elettrica per le aziende, le abitazioni e la comunità ma soprattutto creare condizioni che favoriscano lo sfruttamento di tutte le fonti energetiche rinnovabili sicure.
E’ per questo che mi sento di apprezzare la dichiarazione, espressa recentemente dalle due amministrazioni comunali di Cortona e Castiglion Fiorentino, che si aggiungono a quella di Lucignano, di deliberare un atto comune per regolamentare con norme comuni la presenza di impianti fotovoltaici nei rispettivi territori con lo scopo di evitare o limitare i danni che questa frenetica corsa, alimentata dagli ingenti contributi elargiti (da 0,422 a 0,470 Euro/KWh ) potrebbe arrecare sottraendo superfici di terreni vocati alla produzione agricola specializzata visto che oggi queste colture sono meno vantaggiose economicamente.
La presenza incontrollata di grandi superfici coperte da pannelli fotovoltaici potrebbe incidere sull’impoverimento delle superfici agricole con fenomeni di desertificazione e perdita di permeabilità in grado di condizionare il microclima apportando squilibri alla biodiversità con l’ulteriore problema dello smaltimento dei pannelli che prima o poi si dovrà presentare.
Giusto quindi limitare l’utilizzo delle superficie dei terreni disponibili privilegiando quelli poco fertili, che presentano forti pendenze e privilegiare l’autoconsumo. La produzione distribuita sui tetti in ambito urbano ed industriale, nelle serre per la produzione agricola o per azionare sistemi di irrigazione agricola, possono comunque contribuire alla sviluppo della produzione di energia elettrica sfruttando il sole ma soprattutto contribuire ad abbattere i costi per il mondo del lavoro e dell’intera collettività garantendo anche la sostenibilità ambientale
Altro elemento fondamentale del piano dovrà essere quello di favorire uno sviluppo diversificato delle varie fonti energetiche alternative: dall’Eolico di Monte Ginezzo, al mini idraulico da realizzare sfruttando l’acqua che esce dai vari impianti di depurazione civili presenti nella vallata o dall’incenerimento delle varie biomasse (residui della potatura di vigneti ed oliveti, cippato boschivo e altre ramaglie) prodotte nelle varie aziende agricole- forestali della vallata.
Inoltre, in accordo con il Servizio Medicina del Lavoro della U.S.L., sarà utile studiare forme di collaborazione per sostituire le vecchie coperture di capannoni industriali ed agricoli (allevamenti suinicoli, fienili, rimesse attrezzi agricoli ecc.) con coperture fotovoltaiche beneficiando dei contributi comunitari previsti per la bonifica di vecchie coperture ottenendo così il duplice vantaggio di produrre energia elettrica a basso costo ed eliminare il rischio della diffusione di particelle cancerogene quali amianto ecc..
Termino anticipando un nuovo elemento di discussione, che mi riserverò di approfondire a breve, quello del connubio sempre più stretto tra energie rinnovabili, tecnologie ed architettura. Il nascente piano energetico in sintonia con i nuovi regolamenti urbanistici vigenti, dovrà prevedere che le nuovi costruzioni utilizzino i nuovi materiali e le nuove tecniche costruttive che la moderna ricerca ingegneristica mette a disposizione dei costruttori. Risparmiare energia vuol dire infatti ridurre la domanda: anche questo è salvaguardia dell’ambiente.
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