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Qualcosa di nuovo, anche se non molto, arriva sulla questione del possibile pedaggio (dal 1° Maggio prossimo) sulla Perugia-Bettolle. Il TAR del Lazio ha infatti annullato il decreto del governo (del 25 Giugno 2010) che sanciva che alcuni raccordi autostradali dovevano essere a pagamento, fra essi anche il raccordo che attraversa la Valdichiana.
Il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, aveva fatto ricorso al Tar nel corso della passata estate insieme a 27 sindaci per annullare questo provvedimento. Analogo ricorso era stato presentato dalle province di Firenze, Rieti, Ferrara e Pescara e dalla regione Toscana. “Il decreto del 25 giugno 2010” scrivono i Giudici nella sentenza di ieri “non prendeva in considerazione che c’era chi percorreva queste strade senza entrare nelle autostrade. Il decreto, poi, violava anche le norme comunitarie in materia”. In sostanza vi sarebbero stati caselli o stazioni di esazione in luoghi non direttamente o comunque non necessariamente interconnessi con la rete autostradale, cosa che avrebbe portato gli automobilisti a pagare per un servizio (o per una struttura) di cui non avrebbero usufruito.La sentenza di ieri arriva dopo un iter complesso: il 29 luglio scorso il Tar aveva sospeso il decreto, sostenendo che lo stesso appariva come una mera tassa, mentre invece al pagamento doveva corrispondere un servizio. Il 1° settembre il Consiglio di Stato aveva poi sentenziato che la decisione del Tar non si riferiva all’intero territorio nazionale, ma solo ai singoli segmenti stradali interessanti gli ambiti spaziali degli enti territoriali ricorrenti. Dopo appena 3 giorni era poi giunta una nuova ordinanza dei giudici amministrativi di primo grado che accoglieva le richieste del Movimento Difesa del Cittadino estendendo lo stop degli aumenti a tutto il Paese (e quindi anche alla Perugia-Bettolle). Ieri, infine, la decisione definitiva.Tutto questo significa scomparsa di ogni rischio per gli automobilisti della Valdichiana? A usare la logica sì, ma in realtà no, anche se una sentenza di questo tipo, ora che è definitiva, può rappresentare un precedente-deterrente di forte rilievo e forse anche uno stimolo per il Governo per ritornare indietro sulla decisione di far scattare i pedaggi (detti ‘maggiorazione forfettaria’) dal prossimo 1° Maggio, abbandonando definitivamente questa volontà