Conferenze stampa, comunicati, botte e risposte al veleno e polemiche a distanza. Il Pdl senese vive l’esperienza di una grave spaccatura, in vista del congresso provinciale in programma il prossimo 11 febbraio a Bettolle, in cui le correnti interne si rivelano lontane, più per intenti, priorità e obiettivi dei loro rappresentanti, che per reali questioni programmatiche. Separati in casa, ed è difficile fare un elenco senza errori dei nomi che, di ora in ora, a parità di corrente e passato politico, si schierano a favore della continuità (Marignani/ Santinelli) o della rottamazione (Michelotti/Camastra/Tucci), senza apprezzare gioie e dolori di quella che in politica è la complicata virtù della trasversalità e della scelta democratica.
Lo scontro, visto da fuori, sembrerebbe più una questione di tradimenti che di dubbi veri sulla presunta efficacia della continuità e relativa rivendicazione del nuovo. Visto da dentro, invece, in linea con la prassi dei congressi di partito, la differenza tra gli schieramenti la fanno i programmi. Vedi le rispettive posizioni su temi come la crisi Fondazione MPS, le accuse di pesudo-alleanze con le sinistre su temi dibattuti in comune e provincia, principi e “da farsi” in merito a faccende attuali come la Siena Capitale Europea della Cultura 2019, la crisi economia generale della città, le prssime elezioni, il futuro del partito. E di questa linea è convinto Francesco Michelottti, lanciato sulla rottura totale a fronte della concretezza delle idee che propone e della necessità di ridare un ruolo forte ai giovani. L’avvocato di Poggibonsi, nato politicamente tra le fila di Alleanza Nazionale (di cui è stato dirigente)e attuale consigliere provinciale, è rappresentante di Fli, parte di An e dei Cristiano Democratici di Rotondi, e sostenuto dall’esperienza del consigliere comunale Enrico Tucci e del consigliere provinciale Fabio Camastra. Come già avevamo scritto, la piena “commistione” delle anime del Pdl,( FI e AN), arma vincente che l’ha visto solido fino ad oggi e gli ha permesso di ottenere discreti risultati ad ogni tornata elettorale, ha come porta bandiera il coordinatore uscente Claudio Marignani, consigliere regionale e vice presidente della commissione toscana sull’agricoltura. Fedele a Parisi e Migliori, e rappresentate dello spirito forzista (e dell’altra parte di An), la sua ricandidatura è stata appoggiata da molti coordinamenti locali, anche in Valdichiana (Chiusi, Chianciano Terme, Cetona, Torrita di Siena). Ha additato i vecchi amici per aver superato limiti di correttezza in attacchi che vanno avanti da un mese e troncato ogni forma di dialogo. All’ufficializzazione della sua candidatura, pochi giorni fa, che vede come vice la Donatella Santinelli candidata alla presidenza della provincia, c’erano Anita Francesconi, storica dirigente di Forza Italia, il coordinatore di Siena del PDL Pietro Staderini e Marco Andreassi, vice presidente del Consiglio Provinciale. E la benedizione di Rolando Peccatori, della “Nuova Forza Italia”: per loro la continuità è apprezzabile e auspicabile perché il partito è rimasto forte, da scongiurare quindi quel nuovo che, dicono, è mosso solo da mera voglia di ribalta. Lo scontro ci sarà, Qualcuno ha anche auspicato un congresso a porte chiuse. Tranne qualche piccolo episodio, non ci sono mai state, nella storia del Pdl senese, contrapposizioni interne forti come quella attuale. L’11, circa 2000 tesserati sono chiamati ad un voto a suo modo storico.
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