Il Partito democratico di Monte San Savino sente il dovere di esprimere tutta la sua preoccupazione per quanto sta accadendo all’interno della Giunta comunale. Lo scontro che si sta registrando all’interno della maggioranza ci è stato presentato come uno “stimolo al dibattito interno”, accusando altresì il Pd e il gruppo “Per Monte San Savino nel futuro” di “aver maldestramente strumentalizzato questa situazione”. Qual è la cosa curiosa? Basta ricordare le parole degli esponenti del Popolo delle Libertà: “Siamo sinceramente soddisfatti della recente dichiarazione del Sindaco, dove ha precisato che l’assessore Alica Maffezzoli continua a far parte a pieno titolo della giunta comunale e conserva le deleghe concernenti la cultura, la ricerca, i fondi Ue e nazionali, e l’innovazione tecnologica” (Il Nuovo Corriere 5/06/2010 e La nazione di Arezzo 10/06/2010).
Sono bastati pochi giorni e i nodi sono arrivati al pettine, con il ritiro di tutte le deleghe all’assessore Maffezzoli, e la conseguente crisi all’interno della Giunta per individuare il successore.
Monte San Savino non vuole rimanere imbrigliato negli scontri dell’oramai ex lista civica “Città Viva”, ma ha bisogno di molto impegno per continuare sulla scia dello sviluppo indicato dalle precedenti amministrazioni di centro-sinistra (1995-2009).
Una rinascita culturale, economica, sociale e turistica che ha visto la riapertura del Teatro Verdi, la realizzazione della RSA nei locali inutilizzati dell’ex ospedale, l’acquisizione della struttura ex Ospedale ai Savinesi – in parte già utilizzata per alloggi in risposta ad emergenze abitative –, il recupero della ex Sinagoga, l’apertura dell’asilo nido, la riqualificazione e l’ampliamento degli edifici scolastici, lo sviluppo della viabilità, gli interventi all’interno del centro storico – riqualificazione delle mura, il percorso pedonale e la sua illuminazione –, e infine, la grande attenzione per il sociale.
Se queste importanti realizzazioni sono considerate superflue dal centro-destra non lo sono per i savinesi, che aspettano l’attuzione delle roboanti promesse del primo cittadino durante campagna elettorale di un anno fa