{rokbox title=| :: : |}images/nomadicortona1.jpg{/rokbox}Beppe Carletti dei Nomadi, il Sindaco Vignini e il Presidente del Cortona Camucia Bardelli: un trio inedito per una conferenza stampa molto divertente, nata per presentare la collaborazione fra la realtà cortonese e la storica band, 47 anni di vita musicale sulle spalle, che domani sera (venerdì) presenterà in anteprima assoluta al Teatro Signorelli il nuovo spettacolo, che verterà principalmente (ma non solo) sui 12 pezzi dell’album fresco di stampa ‘Racconti Raccolti’.
Per Cortona indubbiamente un successo, nato dall’iniziativa del Presidente del Cortona Camucia e da amicizie comuni attraverso cui il buon Bardelli è riuscito a mettere a segno questo ‘colpo’.
I Nomadi, è bene dirlo, suonano ‘a gratis’, usufruendo solo dell’ospitalità e, per alcuni giorni, del Teatro Signorelli che hanno usato come base di partenza affinando gli ultimi ritocchi al loro tour teatrale. Un tour che dopo la partenza cortonese toccherà molte città del nord e centro Italia concludendosi alla fine del 2010.
Certo i Nomadi non rappresentano una grande novità e neppure il motore trainante della nostra musica avendo esaurito le loro più brillanti cartucce creative ormai da molti anni, ma non si può negare la loro ancora enorme popolarità e il loro peso simbolico.
Il termometro del successo lo ha evidenziato non senza orgoglio ed emozioni lo stesso Carletti: “Siamo andati a incontrare i ragazzi delle scuole (all’Istituto Vegni di Capezzine, n.d.a.) e siamo stati accolti da 600 ragazzi che cantavano in coro la nostra ‘Io vagabondo'”, ha raccontato stamani lo storico tastierista, fondatore e unico membro rimasto della formazione originale.
La band modenese, più che altro, è uno fra i simboli più vivi di un ‘qualcosa’. Un certo stile di intendere la musica, ma anche la vita, i rapporti sociali. Uno stile che non ha paura di definirsi controcorrente, tutto meno che modaiolo e opportunista, uno stile che nella sue ragioni di fondo è senza dubbio coerente e ammirevole. Carletti parla infatti di solidarietà, ricordando l’impegno decennale su questo fronte, non ultimo quello a sostegno della popolazione del Madagascar da cui i musicisti sono recentemente rientrati in Italia; parla della crisi dell’industria musicale (senza risparmiare critiche bi-partisan alle promosse non mantenute della classe politica), parla dell’emergenza-cultura nel nostro paese; parla pure di politica. “Chi governa dovrebbe dare il buon esempio”, dice, e il riferimento è facile da capire. Ma qualche minuto prima non erano mancate critiche alla parte politica opposta.
Posizioni schiette, veraci, precise, dirette. Insomma: se i Nomadi non sono niente di nuovo perlomeno sono qualcosa di chiaro. Musicalmente e umanamente. Di questi tempi non è poco