Prima l’approvazione di un documento contro l’omofobia, poi l’istituzione del registro Dat, il testamento biologico. Ora, arriva il registro delle unioni civili. Montepulciano ne ha approvato l’istituzione lo scorso mercoledì con un consiglio comunale aperto, al Centro Civico della frazione di Abbadia, coronamento di un percorso intrapreso in estate, con la stesura delle relative mozioni, volto a rilevare, fotografare e tutelare realtà, nella società civile, la cui entità non è più trascurabile.
Non si tratta chiaramente di un inquadramento giuridico delle coppie di fatto, la definizione di uno status ma di un gesto simbolico che ricolloca al centro del dibattito politico la necessità di applicare senza lacune i diritti fondamentali della persona e del cittadino sanciti dalle Carte Costituzionali. Il quadro normativo attuale e i suoi vuoti, sono un’altra cosa, intanto si parte dal dibattito aperto con i cittadini e una presa d’atto concreta verso la tutela della dignità e la lotta alla discriminazione. Un percorso simile è stato adottato da Siena in ottobre, quando l’amministrazione comunale ha istituito un registro sul modello delle vicine Firenze e Bologna. L’obiettivo per queste amministrazioni è lo stesso: aprire una via giuridica alla definizione di misure che estendano quei diritti che oggi sono riconosciuti solo alle coppie di diritto, anche alle unioni non “istituzionalizzate” da un contratto matrimoniale e, in assenza di normative specifiche regionali e nazionali, attestarne intanto l’esistenza, a favore della loro integrazione nel tessuto sociale e civile. Dunque i registri esistenti al momento hanno solo una funzione dichiarativa. Montepulciano è il primo comune in Valdichiana ad adottare questa misura, ma l’unità di intenti che ha portato a questo risultato, all’interno del consiglio non c’è stata. Con una nota Alessio Anatrini, Capogruppo di Centro Sinistra per Montepulciano, risponde alla scelta del centrodestra che ha bollato come “irrilevante” l’ordine del giorno disertando il consiglio, nonostante la precedente partecipazione e voto al dibattito sulle mozioni Omofobia e Dat. “Pregiudizi e posizioni preconcette sono la malattia più grave che possa affliggere il confronto politico: evidentemente il Polo delle Libertà di Montepulciano non è immune”- scrive Anatrini- “Ma la gravità del gesto, che speriamo susciti una riflessione anche all’interno del centrodestra, sta nella mancata rappresentanza di cui, in occasione della seduta consiliare, ha sofferto quasi il 30% della cittadinanza quella, cioè, che con il proprio voto ha dichiarato fiducia ai candidati di quella lista”. Il 2004 è stato l’anno in cui, dopo le prime città come Pisa ed Empoli, che hanno istituito i registri nel 1993 e nel 1996, alcune regioni (Umbria, Emilia Romagna e appunto Toscana) hanno introdotto statuti che aprono ad una legge sulle unioni civili (comprese quelle omosessuali), facendo appello all’articolo 9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Il governo ha subito impugnato per illegittimità costituzionale gli statuti di Toscana, Umbria ed Emilia Romagna e i primi due ricorsi sono stati respinti. Il numero più significativo di registri comunali delle unioni civili già istituiti rimane in Toscana: quelli più vicini a noi sono Arezzo (1998), Sansepolcro (1999), San Giovanni Valdarno (2000), Colle Val d’Elsa (2006), Siena (2011), mentre Montevarchi e Bucine stanno lavorando per la presentazione della mozione
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