Gentile direttore, Le scrivo queste brevi riflessioni a seguito dell’andata emotiva suscitata dalla nomina dei direttori dei musei italiani. Tra questi storici dell’arte e sette stranieri ( tre tedeschi, ad esempio, uno agli Uffizi) e tra di loro, il direttore della biblioteca di Cortona e del Maec, Paolo Giulierini.
Sono felice che un nostro concittadino, un bravo archeologo, un serio professionista, un eccellente dipendente pubblico, un amico, vada a ricoprire un ruolo così prestigioso, come quello di direttore del Museo Archeologico di Napoli, un museo straordinario, basti pensare ai reperti di Pompei e Ercolano, distrutte dalle eruzioni del Vesuvio del 79 d.c.
Noto e registro che ancora il Comune di Cortona non ha fatto un comunicato ufficiale su questa notizia straordinaria, che dà lustro alla città, riconosce il lavoro delle amministrazioni comunali che si sono susseguite dagli anni ottanta fino ad oggi, per la costruzione e la valorizzazione del grande museo etrusco che oggi abbiamo fino alle mostre del Louvre, dell’Hermitage e di Holkam Hall, alle quali la figura di Paolo Giulierini ha dedicato anima e corpo.
In nome di tutto questo, io penso e invito Giulierini a mantenere almeno la direzione del Maec.
Sappiamo in molti, quanti problemi e quale gestazione abbia avuto il museo dell’Accademia etrusca e della città di Cortona, un museo che unisce l’idea civica a quella più classica dell’Accademia etrusca, un parto lungo e travagliato.
Sappiamo che il direttore deve essere una figura di garanzia e tale deve rimanere. Per questo inviterei Giulierini a rimanere almeno direttore del Maec e suggerirei al sindaco e alla sua giunta di soppesare in modo profondo i currciula dei dipendenti, prima di nominare il bibliotecario. La scelta spetta a chi governa, ma va ben ponderata. Soprattutto in un momento di così grande cambiamento e con le iniziative estive di Cortona che segnano il passo (Mix festival in primis).
Più in grande a Cortona servirebbe una figura di direzione artistica complessiva che riorganizzi l’offerta culturale e pensi all’accoglienza, perché in questa città continuano ad affluire tanti turisti, forse di qualità inferiore rispetto al passato trainati dall’industria alberghiera, dal settore enogastronimco e dalle sue bellezze artistiche.
Dott. Daniele Monacchini