Il paragone con l’infernale estate del 2003 è oramai d’obbligo. Nove anni fa nel trimestre giugno-agosto i valori massimi di temperatura non scesero quasi mai sotto i 30°C e sovente oltrepassavano i 35°C. Al caldo torrido di questa estate si associa una lunghissima siccità con precipitazioni sotto media da circa due anni. Ciò che caratterizza questa situazione non è tanto il caldo in termini di valore assoluto (Arezzo non ha oltrepassato la soglia dei 40°C) ma quanto il reiterato attacco di queste onde di calore che stanno funestando tutta l’Europa mediterranea, Spagna e Italia in particolare.
La Valdichiana soffre il caldo e la carenza d’acqua, ed è allarme. L’artefice di questa inamovibile condizione di caldo torrido (cioè secco) è l’anticiclone nord-africano, ovvero una struttura di alta pressione capace di pilotare correnti di aria calda sub-tropicale dall’incandescente entroterra africano e che schiaccia l’aria verso il basso per via del tipico effetto dinamico imposto dal moto orario delle correnti in un campo anticiclonico. Ne derivano continue irruzioni di calore con temperature superiori a 20°C a 1500m di altitudine e conseguenti picchi di 35°C e oltre nelle vallate.
Fortunatamente le temperature minime della notte non sono quasi mai superiori a 20°C ed il sollievo notturno ed al primo mattino è alla portata di tutti.
Quanto patiremo ancora? C’è da superare “Lucifero”, il settimo cammello della serie che farà sentire il suo fiato pesante fino a domenica con picchi previsti di 35/37°C nelle prime ore del pomeriggio.
Potrebbe essere l’ultimo assalto africano perchè la svolta è dietro l’angolo, anzi dietro la settimana: un possibile guasto con annesso rinfrescamento comincia a delinearsi a partire da lunedì 27 agosto per effetto dell’ingresso di fresche correnti atlantiche in seno ad un’area di bassa pressione. Gli effetti di questo cambio di circolazione sono ancora tutti da valutare ed occorrerà attendere ancora qualche giorno per addentrarsi nei dettagli previsionali.
Nei giorni che ci separano dal peggioramento non possiamo far altro che resistere e predisporre tutte le misure per ridurre i consumi idrici ed assicurare l’approvvigionamento per uso potabile e agricolo.