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La Formula Uno….secondo me

{rokbox title=| :: :  |}images/vettel.jpg{/rokbox}Ma cosa volete che vi dica? Che vi devo dire? Niente. A fatica riesco a trovare le parole dopo un GP caotico e penalizzante come non mai per la Ferrari. Sono incazzato. Per un motivo o per un altro, per una furbata altrui o per la pioggia, la Ferrari non è mai pronta a cogliere l’attimo giusto per uscire al meglio dalle situazioni complicate. E quindi? E quindi finisce che ce la prendiamo sempre in saccoccia come è successo oggi. Perché in attesa della decisione dei commessari sulle eventuali penalizzazioni di qualche furbacchione, la realtà è che le Ferrari hanno terminato la gara molto indietro rispetto ai primi: Fernando Alonso chiude nono (2 punti), Felipe Massa 14esimo (0 punti, roba da esigere di far scendere in pista al suo posto Jules Bianchi a partire dalla prossima gara).

LA PARTENZA – Alonso parte dal lato sporco della pista ma questo aspetto si rivelerà non essere un problema. Pronti: via! Vettel scatta bene e si difende da Hamilton che brucia Webber partito secondo. Anche le Ferrari schizzano via ferocemente: Alonso sopravanza Webber e va al terzo posto imitato da Massa (4°). Webber perde in poche curve un numero incalcolabile di posizioni (7) e praticamente scompare dalla gara. Quinto è Kubica (Renault), 6° Button (McLaren). Si segnala il buon balzo in avanti di Schumacher che guadagna ben 4 posizioni. Di lì a poco sarebbe cominciato intanto il walzer delle supposte per Jarno Trulli (Lotus) che dopo un paio di giri scarsi era costretto al rientro al box per sostituire il musetto danneggiato dopo un contatto. In un primo momento sembrava che lo stesso fosse destinato al ritiro prematuro ma poi il team lo ributta in pista per celebrare in-degnamente le 500 gare. Il pescarese completerà poi la gara terminando il suo calvario con un distacco di 4 giri dal vincitore.

LA GARA – Vettel è un mastino: imprime alla gara un ritmo forsennato ma non basta per scrollarsi di dosso sia Hamilton sia Alonso. Lo spagnolo, verso il settimo giro, sostanzialmente ha gli stessi tempi del tedeschino. Mica male. Webber intanto, visto il corposo arretramento nella classifica, pensa bene di anticipare la sosta per montare le gomme dure.

E così dopo la sosta di Rosberg per cambio gomme assistiamo all’episodio che segnerà la gara per molti: l’incidente di Webber. L’australiano, evidentemente attapirato dopo la pessima partenza, ha pensato bene di ingropparsi la Lotus di Heikki Kovalainen. L’incidente, visivamente cruento ma per fortuna senza la minima conseguenza per i piloti, mette fuori gioco il Canguro e Niceman.

L’ingresso della Safety-car è inevitabile come inevitabili sono le soste per il cambio gomme: ed è proprio in questo frangente che le Ferrari indugiano troppo restando in pista un giro di troppo prima di rientrare al box tutto il contrario degli altri marpioni che scattano come fulmini al box. Addirittura Hamilton si prende il lusso di superare la SC, in barba a tutti questi regolamenti fantozziani che andrebbero aggiornati ogni 24 ore perché contro i marpioni non puoi fare altrimenti.

Va in scena lo strazio-Ferrari: nonostante le furbate altrui, le Rosse rientrano in pista molto indietro. Alonso è decimo, Felipe diciottesimo. Il podio che un attimo prima sembra così vicino è diventato una chimera. Non so più a che santo votarmi. Qualcuno, via sms, mi invocava già l’assoldamento di Briatore al posto del Pretino di campagna Domenicali: della serie ‘tutto fuorché il Dome’.

RIENTRA LA SC – Dopo qualche giro dietro la SC, la stessa rientra e la gara riparte con il quartetto Vettel-Hamilton-Kobayashi-Button. Alonso intanto strappa la nona posizione ad Hulkenberg. Dopo diversi giri, la direzione della gara comunica che Arsenio Hamilton è sotto inchiesta per la furbata sulla SC.

Hamilton, che con la sosta post incidente del Canguro aveva potuto anche sostituire l’ala anteriore danneggiata nelle prime fasi di gara (che fortunello), esegue il suo drive through e rientra in pista conservando la sua seconda posizione (che rotto in cxxx). Quando si dice: ‘nati con la camicia’. Solo che ad Hamilton servirebbe quella di forza soprattutto quando, pur di vincere, si lascia andare a scorrettezze di cui non avrebbe bisogno vista la capacità di guida che tutti gli riconosciamo. E questo voler vincere a tutti i costi lo rende antipatico. Naturalmente antipatico.

La gara praticamente finisce qui. Dalla Ferrari non ci si aspetta più nessuno scatto d’orgoglio, le posizioni restano praticamente cristallizzate fino alla fine.
C’è spazio per assistere allo scoop giornalistico di Stella Bruno (RaiSport ndr) che dal box ricorda – oltre la metà gara – a mezza Italia che le Mercedes GP sono in grossa crisi per il surriscaldamento dei freni quando praticamente dall’inizio era stato più volte sottolineato da tutti.

SAUBER SUPERSTAR – Il finale è mortificante: dopo la comunicazione ufficiale che diverse vetture sono sotto investgazione, assistiamo impotenti al sorpasso di Kobayashi ai danni di Alonso. Il giapponese aveva appena montato le gomme nuove ed era palesemente più performante dello spagnolo che non poteva resistergli. Il giapponese supererà anche Buemi centrando lo storico settimo posto. La gioia della Sauber viene amplificata dal primo punticino mondiale di Pedro de la Rosa (10°). Di Massa, soltanto il ricordo.

Vettel vince, convince e si rilancia nel mondiale mentre il compagno Webber è sprofondato nella melma. Una giornata gioiosa e piacevole per il tedeschino.

Cosa c’è da aggiungere? Ben poco. Nonostante tutto, nonostante le gravi scorrettezze subite, la Ferrari quest’anno si conferma la vettura che è: buona, discretoccia, che si sbriciola alla prima difficoltà straordinaria. Una vettura anche potenzialmente vincente ma che non riesca a fare il salto di qualità in avanti, quello determinate.

Una Ferrari balbettante, che si sta costruendo una compiutissima ‘Stagione dei potevamo’. Potevamo fare di più ma.
Alonso è a 31 punti dalla testa del mondiale e l’11 luglio saremo nella tana del Marpione a Silverstone. Cosa volete che vi dica? Niente

Redazione

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