{rokbox title=| :: |}images/hamilton.jpg{/rokbox}Lewis Hamilton (McLaren) ha vinto il GP delle saponette insaguinate a Spa. Partiamo da questo dato incontrovertibile: il britannico ha meritato pienamente questa vittoria, aiutato non poco da una monoposto che qui su questa pista ha fatto vedere i sorci verdi a tutti. Le migliorie apportate durante la sosta sono state azzeccatissime e questo successo del Diavoletto Nero rilancia alla grande la McLaren: il britannico è al comando nel mondiale piloti con 3 punti su Webber ed il suo team è soltanto ad un punto di distacco dalla Red Bull (330 punti) nel mondiale costruttori. Ma andiamo con ordine.
IL METEO – Pochi minuti prima del via, le previsioni meteo prevedevano pioggia sì ma non prima di 30 minuti dal via. Niente affatto confortati (ed infatti la pioggia sarebbe poi arrivata con netto anticipo) ci apprestavamo a seguire un GP sulla carta emozionante come pochi da correre su una pista che l’Unesco dovrebbe dichiarare patrimonio dell’umanità. L’ingegner Aldo Costa della Ferrari, strizzato sulla griglia dall’incalzante Ettore Giovannelli di Rai Sport, confermava all’umanità che Alonso aveva un assetto da pioggia :« Abbiamo caricato un po’ di più. »
LA PARTENZA – Sotto un cielo oscuratosi all’improvviso inizia la gara: lo scatto di Webber, partito dalla pole, penso che sia stato il peggiore nella storia della Formula Uno degli ultimi 2000 anni. Il lumacone australiano si pianta al via e si fa infilare da diverse monoposto che ringraziano con tenerezza. intanto si impossessa della gara, senza fare complimenti, il trio medusa bagnata Hamilton-Kubica-Button. Tengono bene le due Ferrari anzi Alonso guadagna subito due posizioni. Di lì a breve, ecco la prima mazzata per lo spagnolo.
BARRICHELLO FESTEGGIA COL PASTICCIO I 300 GP – Rubens Barrichello (Williams), con la bella livrea celebrativa dei suoi 300 GP in F1, si è guadagnato le luci della ribalta perché dopo qualche curva, ha pensato bene di fracassarsi dentro la F10 di Fernando Alonso che non ha potuto in nessun modo evitare l’impatto che ha sbriciolato la Williams. Rubinho ha valutato male, molto male la situazione: la pista si stava bagnando e con le slicks certe sgommatine non te le puoi permettere.
Dopo l’impatto, con tutto quello svolazzare di parti in carbonio, abbiamo pensato più o meno tutti che la gara di Fernando fosse finita lì. Macché. La F10 riparte, indenne o quasi, seppur con una gomma posteriore bucata. Insomma, la robustezza della Rossa almeno un sorriso, in quel frangente, ce lo ha strappato (magra consolazione!).
L’AZZARDO DEL CAVALLINO – Ed ecco gli strateghi del muretto della Ferrari che azzardano il colpo grosso: montare le intermedie. La mossa sarebbe stata giusta se la pioggia fosse continuata a cadere. Invano. Intanto Button si libera di Kubica e si ficca dentro i tubi di scarico del compagno di team e leader della gara, Hamilton.
Inevitabile l’ingresso della Safety car visto che i detriti del kamikazzo Barrichello andavano sgomberati prima possibile.
LA RIPARTENZA – Alla ripartenza, Vettel riesce a fulminare al tornantino lento Kubica mentre Alonso è costretto a riprendere la via dei box per sostituire di nuovo le gomme visto che della pioggia era rimasto solo il ricordo. Il tedeschino inizia a farsi vedere negli specchietti di Button mentre Alonso cerca di ricostruire la sua gara con una rimonta difficile e faticosa.
E così mentre lo spagnolo si sbarazza di Trulli, Petrov (Renault) ha la meglio su Rosberg che impreziosirà il sorpasso subito con un contatto made in famiglia: Schumacher gli scassa l’ala anteriore sinistra.
I SILURI DELLA FORCE INDIA – Saranno anche un po’ in difficoltà finanziarie, ma questi indiani a Spa se la sono cavata davvero bene. La velocità di punta di entrambe le monoposto era davvero ottima tant’è che Alonso, prima di sbarazzarsene, s’è dovuto puppare l’affronto di vedersi respinto un assalto a Liuzzi alla fine del Kemmel.
IL COLPO DA BILIARDO DI VETTEL – Il gattone tedesco c’ha rimesso lo zampino e non è la prima volta stagionale! Al quindicesimo giro, Sebastiano rompe gli indugi con button, spinge di brutto, e la macchina gli si scompone in frenata. Conseguenza: perde il controllo e non può far altro che constatare di aver terminato la sua corsa dentro il radiatore di Button, il quale, come una teiera impazzita, non gli rimaneva che sbuffare fumo e probabili bestemmie prima di chiudere in anticipo al sua gara. Sebastiano riparte ma sarà costretto ad una sosta al box per rifarsi il trucco ed il parrucco (sostituire il musetto o quello che ne restava).
IL COLPO DA BILIARDINO DI GIOVANNELLI – Il solito Giovannelli di Rai Sport, dopo qualche minuto, bracca la preda Button appena uscito dal motorhome: « Jenson che peccato! » a cui risponde – gelandolo – Button: « Yes. » Ecco una guida pratica su come smontare un Giovannelli in 2 secondi netti.
Felipe Massa intanto, dopo la sfagiolata di Vettel su Button, si ritrova quarto mentre la gara scivola via piuttosto anonima, dopo le varie soste per il cambio gomme, fino al tamponamento subito da parte di Vettel per colpa di Liuzzi. Sebastianello sarà costretto ancora una volta a rientrare per un cambio gomme causa foratura.
KUBICA INFINOCCHIATO – A dieci giri dal termine, la pioggia ritorna a scozzare le carte. Inizia nuovamente il valzer delle soste per il cambio gomme e qui si registra una sorpresa: Kubica spadella di poco l’ingresso nella sua piazzuola. Ciò comporta che il meccanico viene quasi travolto e si perde tempo nel cambio gomme. Il ritardo gli costa la seconda piazza rubatagli da Webber.
ALONSO INVESTIGATO E POI SILURATO – Il nostro Fernando prima finisce sotto investigazione dei commissari per una manovra al limiti della correttezza (ma niente di che) al box uscendo dalla sua piazzuola e stoppando Vettel (sempre lui, peggio del prezzemolo) e poi commette harakiri dopo aver spazzolato il cordolo ed il verde sintetico annesso.
La Ferrari finisce la sua corsa contro le barriere e stavolta non può ripartire. Alonso è dunque costretto a rinunciare a quei pochissimi punti che comunque avrebbero fatto comodo.
La gara è praticamente finita lì: entra la Safety car che resta in pista fino a quattro giri dalla fine. Poi è solo il trionfo completo di Hamilton. Sul podio, meritatamente anche Webber e Kubica. Buona la quarta piazza per Massa. A punti anche Sutil (Force India), Rosberg e Schumacher (Mercedes GP), Kobayashi (BMW Sauber), Petrov (Renault) e Alguersuari (Toro Rosso).
In conclusione, si può dire che i bocciati a Spa sono: Alonso, Vettel e Button mentre i promossi senza dubbio sono Hamilton e la Mclaren, la Renault, Felipe Massa e Kobayashi che non so come faccia a portare a punti la sua Sauber.
A seguire le pagelle del Direttore.
GP BELGIUM, Race, results:
Pos Driver Team Time
1. Hamilton McLaren-Mercedes 1h29m04.268s
2. Webber Red Bull-Renault +1.571
3. Kubica Renault +3.493
4. Massa Ferrari +8.264
5. Sutil Force India-Mercedes +9.094
6. Rosberg Mercedes +12.359
7. Schumacher Mercedes +15.548
8. Kobayashi Sauber-Ferrari +16.678
9. Petrov Renault +23.851
10. Alguersuari Toro Rosso-Ferrari +29.457
11. Liuzzi Force India-Mercedes +34.831
12. De la Rosa Sauber-Ferrari +36.019
13. Buemi Toro Rosso-Ferrari +39.895
14. Hulkenberg Williams-Cosworth +1 lap
15. Vettel Red Bull-Renault +1 lap
16. Kovalainen Lotus-Cosworth +1 lap
17. Di Grassi Virgin-Cosworth +1 lap
18. Glock Virgin-Cosworth +1 lap
19. Trulli Lotus-Cosworth +1 lap
20. Yamamoto HRT-Cosworth +2 laps
Fastest lap: Hamilton, 1m49.069s
Not classified/retirements:
Driver Team On lap
Alonso Ferrari 38
Button McLaren-Mercedes 16
Senna HRT-Cosworth 6
Barrichello Williams-Cosworth 1
World Championship standings, round 13:
Drivers: Constructors:
1. Hamilton 182 1. Red Bull-Renault 330
2. Webber 179 2. McLaren-Mercedes 329
3. Vettel 151 3. Ferrari 250
4. Button 147 4. Mercedes 146
5. Alonso 141 5. Renault 123
6. Massa 109 6. Force India-Mercedes 57
7. Kubica 104 7. Williams-Cosworth 40
8. Rosberg 102 8. Sauber-Ferrari 27
9. Sutil 45 9. Toro Rosso-Ferrari 11
10. Schumacher 44
11. Barrichello 30
12. Kobayashi 21
13. Petrov 19
14. Liuzzi 12
15. Hulkenberg 10
16. Buemi 7
17. De la Rosa 6
18. Alguersuari 4
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