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Jovanotti live a Perugia: la cronaca dal nostro inviato speciale

Premessa #1: io non sono mai stato a un concerto di Jovanotti. Premessa #2: a me Jovanotti piace, forse è il mio artista preferito.

In un Palaevangelisti pieno che trasudava passione, il buon Jovanotti ha concluso il suo glorioso “Ora tour 2011” che ha riportato dopo alcuni anni il cantante cortonese a Perugia, ovvero, come ha detto lui, nel “cortile di casa”. Lo spostamento forzato a fine maggio delle due date inizialmente programmate per aprile ha fatto sì che gli spettacoli avessero un po’ l’alone di sigla, di benedizione a un disco che ha confermato dopo “Safari” la rivoluzione artistica di Jovanotti: non è un caso da alcuni anni si fa chiamare Lorenzo Jovanotti.

E pazienza se al Palaevangelisti i 5-6mila spettatori (purtroppo non riesco a rendermi conto del numero) hanno dovuto fare una sauna lunga 2 ore e 20 minuti. La temperatura interna infatti si aggirava intorno ai 40 gradi. I suoi spettacoli vengono sempre graditi dal pubblico, anche da quel pubblico che di Jovanotti conosce pochissimo o a malapena sa le parole di “Piove”. E’ la sua verve, è il suo abbinare musica e gesti espressivi, è il suo ballo sfrenato continuo, catartico, inarrestabile. E’, soprattutto, la capacità di assimilare alla perfezione in un unico show le due anime dell’artista: il Jovanotti che se potesse starebbe sempre in vacanza, e il Lorenzo che fa commuovere in alcuni brani più recenti. “Commuovere” non nel senso sentimentale del termine, ma nel significato propriamente etimologico: “muovere insieme l’animo del prossimo verso qualcosa”. È bastato un grido (RESTIAMO UMANI!) per dedicare a Vittorio Arrigoni “La notte dei desideri”. È bastata una citazione di Ungaretti sullo schermo per far capire agli spettatori meno attenti che “Le tasche piene di sassi” è scritta in onore di sua madre. Si diceva, uno spettacolo. Escludendo i medley acustici,  quasi tutte le altre 14 canzoni erano accompagnate abilmente dalle immagini del video che consolidavano il significato della musica e anzi spesso aiutavano a esprimere qualcosa che le parole non possono. Davvero suggestive le immagini di Lorenzo piccolino al mare con i suoi, o mentre trascorre le vacanze a Cortona, passate durante “Quando sarò vecchio”. Uno spettacolo eclettico come il suo autore. Che sa cantare di cose serie con il sorriso sulla faccia senza sembrare ridicolo. Che ti piacciono o no i suoi brani, Jovanotti ti trascina.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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