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Il vero Arezzo Wave è allo Psycho Stage

Non appena ieri pomeriggio ho depositato i miei piedi sugli aghi di pino, onnipresenti al parco Pionta, ho capito che avevo trovato quello che avevo cercato invano in queste sere aggrappandomi alla vena anacronistica che mi contraddistingue, incapace di accettare il cambiamento: il vero Arezzo Wave è sempre stato allo Psycho Stage. Una distesa di gente che invadeva il parco sdraiata per terra a prendere il fresco, divertita sotto il palco a ballare e sparsa a chiacchierare mangiando patatine fritte con il ketchup e birra fresca. O mio cibo vegano, sarai tanto salutare, ma quell’odore di patatine fritte mi è dolcemente rimasto a fare compagnia tutta la sera sui capelli e vestiti.

E’ vero che mancavano le gradinate per sedersi, ma non si può avere tutto dalla vita.

Tra i vari gruppi che hanno suonato gli Zo caffè – non farò nessuna battuta scontata del tipo ” mi hanno dato la carica con un’iniezione di caffeina” – vincitori della selezione Toscana dell’ Italia wave band e di cui ho avuto il piacere di vedere la premiazione questa primvera al Sonar e che forse mi piaccion proprio per quello stile un po’ rock anni 50 perfetto per ballare senza sembrare incapace.

Dalle 18 in poi nell’oasi verde bosco è stato tutto un ballettare e alla fine dei concerti l’esibizione dei tre workshop di Contact Wave ha catalizzato l’attenzione di chi si avviava verso l’uscita con una performance di danza afrobrasiliana, la particolarità della danza contact improvisation e il ritmo dele percussioni che già mi danno la sveglia quotidianamente alle Piscine Pantano. In quel momento, con il suono dei tamburi, dando un’occhiata alla gente rilassata e vedendo i miei piedi polverosi e il mio candido vestito bianco pieno di aghi di pino ho avuto il flash back della mia adolescenza e della mia pelle senza rughe che per fortuna erano state distribuite in modo equo tra i presenti.

La mia serata insomma , citando una canzone degli zo cafè aveva preso “il piglio giusto”, ed è continuata allo stadio dove rispetto alla sera precedente la gente c’era, dicono più o meno 4000 persone. Numeri o non numeri lo stadio ha fatto il pienone e fino a tarda notte grazie a Yann Tiersen, Batida e i Crookers che citando l’espressione di un’ amica hanno fatto ballare anche i cadaveri.
E stavolta le nuove generazioni si sono fatte vedere e hanno preso il posto con il loro stile New Arezzo Wave – molto più curato e passatemela “perfettino”. Di punk old style neanche l’ombra, un loro residuo posticcio lo si può trovare in una bancarella: parrucca con una cresta colorata a scimmiottare gli anni 80 che se te la provi e ti fai una foto ti costa anche 1 euro. E’ proprio vero: il punk muore nel momento in cui diventa moda.

Certo che ciò che è visibile ad occhio nudo – nel mio caso con le lenti a contatto – è che i rasta sono stati rimpiazzati dai capelli nature o al massimo dallo stile emo – giapponese e la matita nera dentro gli occhi e gli smoky eyes ora sono stati surclassati dall’eyeliner di Betty Boop.
Ma le scarpe a barca, come chiamo quelle comode comode che iniziano con B e fincono con stock imperano ancora: allo psycho abbinate al mio amato stile grunge e stamani a Ponte Buriano. Credo che nelle vicinanze di Castiglion Fibocchi – Quarata  ci sia un negozio  con i prezzi scontati perchè il nostro Michele Lupetti inviato speciale lì alle 7.15 – nonostante l’età non proprio più adatta alle stracanate – ne ha subito notato la presenza massiccia ai piedi di donne e uomini, indignandosi pesantemente (‘la morte definitiva della femminilità‘, ha sentenziato).
Lo stile dell’ex cccp Giovanni Lindo Ferretti ha avuto successo, almeno 500 le persone che hanno impostato la sveglia ad un orario poco consono per la domenica mattina e che probabilmente era lo stesso dell’andata a letto di coloro che erano all’Elettro wave, dove mi dicono voci attendibili che con Munk come dj set le 15 euro non sono state buttate buttate. L’affluenza era comunque come quella di un qualsiasi sabato allo Sugar, l’età media dai 25 in su con l’aggiunta dell’esterno della piscina non utilizzabile. Ma perchè mettere le piscine in mezzo alle discoteche se uno non ci si può buttare, dico io.

Oggi l’ultima giornata di questo Festival, i soliti appuntamenti nei vari stage e in centro dalle 16 la parata di Contact Wave per le vie della città e l’incontro con i danzatori di Sosta Palmizi in piazza San Francesco alle 18. Altro che aperitrivo rock. E poi la conclusione allo stadio con quelli della Bandabardò che per la presenza ripetuta ad Arezzo Wave proporrei di nominare cittadini onorari d’Arezzo.

Cecilia Falchi

30enne Blogger per sopravvivenza mentale e precaria per scelta altrui. Spontanea nel suo essere assurda, sembra uscita da un'illustrazione di "Mary Poppins", ma respira sarcasmo come un personaggio di Woody Allen. Calamita vivente per i guai. Il suo motto è "Domani è un altro giorno... speriamo parta la macchina"

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