1- Che io sia “di parte” non è certamente nè una novità nè tantomeno una grande scoperta. Anzi devo dire che se c’è una categoria che ho sempre avuto in antipatia sono coloro che non si schierano, gli ignavi di dantesca memoria, oppure, peggio, quelli che fanno di tutto per sembrare sopra le parti (ma il più delle volte invece ne sono molto al di sotto).
Detto questo, chiarisco subito che io non sono affatto per la mera conservazione, i finanziamenti statali alla cultura devono certamente essere vagliati, verificati e controllati, ma questo non significa che sia lecito cancellare con un brutale e volgare tratto di penna tutta una serie di Istituzioni, Fondazioni, Accademie che senza il contributo economico dello Stato sono destinate a chiudere i battenti. 2 – A Cortona si poteva fare di più e meglio? Di più non credo, visto che, fra continui tagli ai Bilanci e Patto di Stabilità, è già un miracolo che l’Amministrazione Comunale continui ad investire in cultura, tanto è vero che siamo fra i pochissimi coraggiosi (o incoscienti) che ancora proviamo a farlo. Di meglio, può darsi, dipende ovviamente dal giudizio e dalle preferenze di ognuno ed è ben noto che gli italiani (e i cortonesi non fanno eccezione, anzi…) hanno quasi sempre e su tutto pareri divergenti l’uno dall’altro. Colgo però l’occasione per ricordare che continuiamo ad intrattenere rapporti permanenti con grandi istituzioni universitarie ed agenzie culturali sia straniere (Università della Georgia negli Stati Uniti e di Alberta in Canada) che Italiane (Normale di Pisa e Fondazione Feltrinelli). Ci possiamo vantare, senza tema di smentita, di organizzare ogni anno una stagione teatrale di assoluto prestigio in un Teatro Signorelli che proprio l’anno scorso ha compiuto senza scossoni il suo centocinquantesimo genetliaco. Negli ultimi anni poi abbiamo inaugurato il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona) che risulta essere il secondo museo archeologico per estensione della Toscana e uno dei primi per numero di visitatori (oltre 50.000 all’anno). Abbiamo restaurato la Chiesa di S. Francesco (opera del cortonese Elia Coppi, successore di Santo di Assisi alla guida dell’ordine) e quella monumentale di S. Agostino, destinando quest’ultima a spettacolare auditorium capace di contenere oltre 400 persone. Stiamo per inaugurare il primo stralcio del restauro della Fortezza Medicea del Girifalco che diverrà un grande incubatore di arte contemporanea. Con l’aiuto della Regione Toscana stiamo lavorando alacremente per rendere definitivamente fruibile al pubblico il Parco Archeologico che contiene, fra l’altro, la necropoli etrusca dell’antica Lucumonia cortonese. Per quanto riguarda le manifestazioni, organizziamo ogni anno, fra le altre, la Cortonantiquaria, mostra mercato del mobile antico più longeva d’Italia e il Tuscan Sun Festival (una delle manifestazioni più importanti del suo genere a livello internazionale) che non solo porta a Cortona grandi personaggi dello spettacolo (Sofia Loren, Anthony Hopkins, Robert Redford e, quest’anno, Sting), ma soprattutto i migliori nomi della musica classica mondiale.
3 – Sarebbe bello essere d’accordo con Bastiancontrario, mi piacerebbe credere che in Italia (come accade in tutti gli altri paesi civili) si possa fare cultura senza contributi dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni (che comunque, giocoforza, ne erogano sempre di meno), ma purtroppo non posso. Sarà perchè l’Italia è ormai da molti anni agli ultimi posti per libri e giornali letti, sarà perchè a teatro o al cinema (tranne che per i cinepanettoni di Natale) non ci va più nessuno, sarà perchè le Università sono tutte o quasi alle soglie del fallimento (e i giovani ricercatori malpagati devono fuggire all’estero), sarà perchè in Italia la cultura è considerata, soprattutto dalla classe politica, una cosa inutile che si può tagliare e cancellare senza che nessuno protesti nelle piazze, sarà perchè in televisione la cultura viene regolarmente ignorata o peggio sbeffeggiata (vedi la Pupa e il Secchione), sarà per tutto questo e tanto altro ancora, ma è un fatto che senza uno Stato attento ed orgoglioso della nostra Storia, della nostra Arte, della nostra Letteratura, gran parte del nostro immenso patrimonio di conoscenza (che potrebbe essere una formidabile leva per lo sviluppo anche economico) è destinato all’oblio.
Io, caro Bastiancontrario, la penso così.