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Quando da Valdichianaoggi.it è giunta questa simpatica iniziativa per celebrare il nostro Paese, i miei pensieri hanno ripercorso la storia. Certo celebrare figure come Don Sturzo, Alcide De Gasperi ed altri grandi statisti italiani che hanno fatto grande il nostro paese è doveroso, ma l’Italia è stata costruita dal basso, dal lavoro e dal sacrificio di persone comuni che credevano in un grande ideale: quello di un paese unito e di una patria comune.
La nota frase di Massimo d’Azeglio, “Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani”, è oggi, con 150 candeline di storia, ancor più veritiera: avremmo potuto disegnare sulla carta i nostri confini nazionali, come fatto da altri stati, ma senza un senso comune di “italianità” non saremmo giunti a tale traguardo.
Ecco, dunque, la mia provocazione: commemoro il Milite Ignoto, come l’Italiano comune che, in un momento di bisogno, ha compiuto un gesto di estremo sacrificio, donando la sua vita per la nostra nazione.
Oggi, egualmente, in tempo di pace (e speriamo che duri) è la figura dell’Italiano comune, ignoto ai più ( appunto), che vorrei ricordare: quello che tira avanti, che fa sacrifici per lui e per la sua famiglia, quello che con dignità ed onestà vive del proprio lavoro; colui, insomma, che pur tra mille difficoltà quotidiane, è fiero ed orgoglioso di esporre il tricolore dalla propria finestra o dal proprio balcone ogni volta che c’è un’occasione in cui riconoscersi.
Celebro, quindi, tutti coloro che, pur nelle mille e più sfumature di colore e di pensiero, nel momento del bisogno, come il Milite Ignoto, sono disposti a compiere un gesto, un’azione, un sacrificio per la nostra grande e stupenda Italia