{rokbox title=| Una (piccola) parte del ‘capolavoro’ del Genialoide :: |}images/genialoidestazionecamucia.jpg{/rokbox}
C’era voluto un bel po’ di tempo per ottenere una bella re-imbiancatura e una generale risistemazione, con rimozione delle muffe, delle scritte e dei vari danni. Ma adesso siamo più o meno al punto di prima. Il luogo è il sottopassaggio della stazione di Camucia e il principale colpevole di questo ‘ritorno al passato’ è un genialoide innammorato con la passione della poesia e delle frasi ad effetto.
L’effetto, in realtà, è tutto da provare… l’unico effetto certo è l’imbrattamento di tutte le pareti del sottopasso, quelle interne e quelle delle scale. Il genio in questione ha pensato bene di dichiarare i suoi sentimenti all’amata (o forse è una donna che scrive ad un uomo? o un uomo che scrive ad un uomo? chissà…) con tanto di frase infinita, e tediosissima, che si sviluppa su tutti i muri con tanto di frecce, a mò di ‘legenda’. Ma eccola, la frase incriminata:
Amore inizio con lo scusarmi per come sono, so che non sono come tu mi vorresti, ma se oggi sono migliore è grazie a te. La vita a volte riserva delle delusioni che ti colpiscono quando e dove meno te lo aspetti, ma ora so che ci sei tu che mi rendi felice solamente con un tuo sorriso. Non c’è scelta, la mia vita appartiene a te e sono felice di poter condividere con te il mio amore.
La domanda che spontaneamente sorge è quale senso abbia potuto avere tutto questo. Aldilà del danno alla cosa pubblica c’è da chiedersi come abbia reagito la destinataria (o il destinatario?) di fronte ad un pippone così lungo, inconcludente, pieno di lungaggini e banalità. Probabile che abbia sbadigliato, se non addirittura riso rendendosi conto di essere nel cuore di un deficiente noiosissimo.
Il poeta quindi, oltre che impararsi le buone maniere, andrebbe mandato anche a lezione di italiano, oppure a un qualche corso in cui possa ricevere il dono della sintesi e della non-banalità. Doti che nella vita (e nei rapporti d’amore) sono un requisito essenziale. Scamarcio insegna: con 3 metri sopra il cielo ha detto tutto. Altro che ‘sto genialoide!