{rokbox title=| :: |}images/comitato2.jpg{/rokbox}”Tanto per dimostrare ancora una volta che non siamo un Comitato del No abbiamo da lanciarvi una proposta”. E’ partita nel migliore dei modi, ieri sera, l’assemblea del Comitato Tutela Cortona, nato per opporsi agli impianti a biomasse di Renaia e da diversi mesi attivo nel territorio con iniziative e assemblee. A 6 mesi dalla sua costituzione è ancora molto forte, cosa che non succede sempre quando si parla di comitati. I numeri sono importanti: olltre 1.300 membri iscritti al gruppo su Facebook, 6mila firme raccolte, un sito e un blog molto aggiornato. Anche ieri sera, alla sala civica di Camucia, c’erano almeno 80 persone che per una realtà come quella cortonese, di certo non particolarmente predisposta alle mobilitazioni di massa, è un numero alto.
Il comitato aspetta l’esito della nuova conferenza dei servizi, peraltro con non molta fiducia, e pur ribadendo dubbi sia formali che sostanziali su tutta la vicenda delle autorizzazioni riconosce al Sindaco Vignini perlomeno, da un certo punto in poi della vicenda, di essersi impegnato in difesa del territorio cortonese. “La battaglia non finirà comunque il 7 Giugno” garantiscono i vari relatori. Il 7 Giugno, come già scritto, dovrebbe esserci l’epilogo, col Si o il No della Conferenza dei Servizi. A quel punto, in caso di Si, gli impianti di Renaia potranno entrare in funzione.
Intanto però il comitato è pronto a lanciare una proposta di legge regionale (sulla base delle disposizioni contenute nell’art.74 dello Statuto regionale) che regoli la questione delle biomasse. Se ancora non vi è certezza su quanto possano normare i singoli comuni il tentativo fattibile è quello di rendere più precise le leggi regionali, per ora ferme al PIER che però porta nel suo stesso nome la qualifica di Piano di Indirizzo. La proposta di legge, che regola il tema biomasse ponendo alcuni “paletti”, per arrivare in consiglio avrà bisogno (pare) di 3 o 5 mila firme. La raccolta, a questo punto, dovrebbe iniziare a breve visto che l’idea è piaciuta a tutta l’assemblea di ieri sera. Se la “sottoscrivessero” 3 Consigli Comunali, dicono dal comitato, la legge potrebbe invece andare direttamente in Consiglio Regionale senza bisogno della raccolta di firme. Staremo a vedere. Nel testo sono gli stessi membri del comitato ad ammettere che c’è poco di nuovo rispetto a quello che avrebbe già stabilito la regione negli anni passati. Il problema, dicono sempre quelli del comitato, è che poi certe indicazioni non vengono applicate al caso-Renaia. Nei cinque articoli della proposta di legge, nel caso di biomasse non realizzate per uso interno ad una singola azienda agricola o forestale, si parla di filiera corta non superiore ai 70-100 km, di processi di recupero del calore, della necessità della Valutazione Ambientale Strategica e di una Commissione Regionale chiamata a dare una propria valutazione (vincolante) sulla complementarità fra impianti a biomasse e produzioni agricolo-forestale endogene.