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Buon Compleanno Italia! W l’Italia! Due espressioni di gioia, di giubilo, che il 17 marzo devono risuonare alte e forti anche nelle terre cortonesi. Nella nostra Piccola Patria di Cortona grande è stato infatti il contributo alla Grande Patria d’Italia. Tanti cortonesi, maggiori e minori, hanno scritto pagine indelebili in questi centocinquant’anni italiani.
In particolare, sollecitato così a freddo dall’ottima iniziativa giornalistica lanciata da Michele tramite facebook, due figure, che tanto mi hanno insegnato, vorrei ricordare ai cortonesi d’oggi.La prima è quella di Pietro Pancrazi. Un giornalista, uno scrittore, un uomo di cultura di primaria elevatezza che, da figlio diretto del Primo Risorgimento, contribuì, attraverso il suo apporto al Corriere della Sera del grande Albertini, a scrivere pagine importanti e indimenticabili dell’Italia del Primo Novecento. Pietro Pancrazi nasce a Cortona il 19 febbraio 1893 e muore a Firenze il 26 dicembre 1952. Come critico letterario e grande studioso della Letteratura italiana non solo collaborò con il Corriere della Sera, ma diresse anche le riviste Pegaso e Pan. Tra i suoi tanti testi vanno ricordati “Donne e buoi de’ paesi tuoi”, “L’Esopo moderno” e naturalmente “La Piccola Patria”. Durante i Lavori dell’Assemblea Costituente ( 1946-1947) fu consulente del Parlamento per la scrittura in lingua italiana corretta del testo della nostra Costituzione repubblicana. Tra i suoi scritti sono da ricordare anche i contributi: Ragguagli di Parnaso, Firenze, Vallecchi, 1920; Scrittori Italiani del Novecento, Bari, Laterza, 1934; Scrittori italiani dal Carducci al D’Annunzio, Bari, Laterza, 1937. Per saperne di più andare comunque a leggere: Nicola Caldarone, Pietro Pancrazi. Lo scrittore, il critico e l’uomo a servizio dell’arte, della scuola, della società, Cortona, Calosci, 1983. e Antonio Carrannante, La misura di Pancrazi, in Campi immaginabili, 2003, fascc. I-II, pp. 251-276.
La seconda è quella di Umberto Morra di Lavriano. Un giornalista,un intellettuale italiano di grande raffinatezza che ha attraversato con grande italianità quasi tutto il Novecento. Figlio dell’ambasciatore Roberto Morra di Lavriano e di Maria Bettini, Umberto nasce a Firenze il 13 maggio 1897 e muore a Cortona il 5 novembre 1981. Umberto Morra di Lavriano fu amico e seguace di Piero Gobetti. Collaborò alla sua rivista “Rivoluzione liberale” e durante il fascismo, essendo un oppositore, si ritirò a vivere qui a Cortona, nella villa paterna di Metelliano, dove ospitò grandi italiani antifascisti come Norberto Bobbio, Alberto Moravia, Renato Guttuso,Piero Calamandrei e altri, con i quali costruì un piccolo cenacolo cortonese per discutere e progettare quell’Italia repubblicana che trovò poi costruzione con la Resistenza al nazifascismo negli anni 1943-1945, detti anche anni del nostro Secondo Risorgimento.Negli anni 1943-1945 fu collaboratore del Governo Italiano di liberazione, istituito in Bari e in Salerno dagli eserciti alleati anglo-americani. Dal 1949 al 1955 fu Segretario generale della Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale). Dal 1955 al 1959 fu Direttore dell’Istituto italiano di cultura a Londra. Collaborò con il “Mondo” e “Critica Liberale” e diversi altri periodici del Novecento. Tra i suoi scritti sono da ricordare: L’Inghilterra, Garzanti , 1962;Colloqui con Berenson, Garzanti, 1963; Vita di Piero Godetti, Utet, Einaudi 1973. Per saperne di più andare a leggere, tra l’altro: ( di autori vari), Umberto Morra di Lavriano e l’opposizione al fascismo, Pisa, 1985 e Alfonso Bellando, Umberto Morra di Lavriano, Firenze, Passigli, 1990.
Ivo Camerini (per Valdichianaoggi)