{rokbox title=| Enrico Rossi :: Presidente della Regione Toscana|}images/stories/enricorossi.jpg{/rokbox}Chissà se Enrico Rossi, quando durante la campagna elettorale per le Regionali preannunciò che la sua Giunta sarebbe stata composta da un numero equamente ripartito fra uomini e donne, si immaginava già il difficile scenario che si sarebbe creato dopo la sua vittoria elettorale, al momento di decidere i componenti della sua Giunta. Scelte per nulla semplici, visto che occorre selezionare uomini validi che sappiano ben governare la Regione, ma c’è anche da accontentare una infinita sequela di esigenze e aspettative. Alla diminuzione del numero di assessori decisa prima delle elezioni, da 14 a 10, si uniscono infatti le esigenze delle varie componenti della coalizione di centrosinistra, con l’Italia dei Valori forte di un risultato oltre le previsioni e Sinistra ecologia libertà che, pur non avendo superato lo sbarramento del 4%, chiede comunque una sua rappresentanza.
Poi ci sono da tenere in conto le anime interne del pd, con Area Democratica che ha recuperato spazio dopo il non convicente (non in Toscana) risultato elettorale del partito. Poi ci sono i territori: le province, le Federazioni, le strutture locali di un PD ringalluzzito un po’ ovunque in Toscana dall’aumento percentuale registrato rispetto alle Europee del 2009. Ovunque si chiede una propria rappresentanza che ripaghi il lavoro svolto e i buoni risultati ottenuti.
In questo scenario, col vincolo del 5 a 5, la voce di queste ultimissime ore cruciali (si deve decidere entro domani notte, visto che venerdì si insedia il Consiglio Regionali e Rossi deve comunicare i nomi degli assessori) è che l’ultimo tassello rimasto libero se lo contendano due province della Toscana del Sud, Arezzo e Siena, in entrambi i casi con candidati espressione del PD. La prima, forte del successo alle primarie di Dicembre del due volte presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli, ci contava e anche parecchio. Primo perchè Ceccarelli era stato il più votato di tutta la Toscana, secondo perchè le elezioni erano andate bene, terzo perchè Arezzo era rimasta fuori dall’ultima giunta Martini e stavolta era riuscita a coagulare una condivisione generale su una candidatura di spessore. Siena fa leva sulla forza elettorale che non ha eguali in Toscana, sul fatto di essere una Provincia che, seppur piccola sul piano demografico, è economicamente e politicamente di grande peso. Il nome di Luca Ceccobao, Sindaco in carica a Chiusi rieletto con un vero plebiscito nel 2007, è circolato come il più accreditato in questi giorni.
A questo punto le cose sono due: o continuare a tenere fede alla volontà originaria di creare una giunta equamente divisa per genere, scontentando però una provincia e con essa tutto il suo elettorato di centrosinistra, oppure fare uno strappo alla regola impostasi all’inizio. Inutile dire che la Valdichiana speri nella seconda ipotesi, visto che la presenza di Ceccarelli e Ceccobao simultaneamente in Giunta le restituirebbe quei referenti diretti nell’esecutivo regionali mancati per troppi anni.
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