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Una delle figure simbolo che hanno fatto grande l’Italia è per me, cattolico poco praticante e profondo sostenitore della Laicità dello Stato, Papa Giovanni XXXIII. Questo Papa eletto nel 1958 dopo la morte di Pio XII doveva rappresentare, data l’avanzata età, un pontificato di transizione, invece la sua mitezza ed il suo modo così semplice e gentile, nel rapporto con gli altri, associato all’esperienza diplomatica nei tanti anni vissuti all’estero come Nunzio Apostolico fecero si che questo Papa conquistasse subito l’affetto dei cattolici ed il rispetto e la stima dei non cattolici, cosa questa mai verificatasi storicamente per tutti i suoi predecessori.
Che fosse un Papa diverso e fuori dagli schemi lo si vide subito dalla scelta del nome, Giovanni, che nessun papa usava più da secoli visto che proprio un Giovanni XXXIII era stato, 500 anni prima, un antipapa.Papa Giovanni fu un grande innovatore ed un vero progressista e come tale incontrò grandi resistenze nel mondo conservatore del clero, ma queste resistenze non poterono fermare la sua azione riformatrice. Indisse, infatti, il Concilio Vaticano II riallacciando rapporti con tutte le confessioni Cristiane; modificò il modo di svolgere la liturgia valorizzando la lingua italiana al posto di quella latina; per la prima volta dall’ Unità d’Italia un Papa oltrepassò i confini del Lazio recandosi in pellegrinaggio a Loreto ed Assisi.Papa Giovanni è simbolo di Unità, spirito di concordia elemento aggregante di una comunità che si mette in cammino insieme per vivere in un mondo nuovo, libero dai conservatorismi ed aperto alle novità dei suoi tempi. Ecco perché la figura di Papa Giovanni è sempre attuale e per me mai abbastanza imitato nei gesti e nelle parole e mi fa piacere ricordarlo in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.
Maurizio Seri