{rokbox title=| :: |}images/lucapacchini.jpg{/rokbox}Luca Pacchini è assessore comunale con deleghe delicate: Polizia Municipale, Pubblica Istruzione, Centro Storico…. Un altro di quelli che ci mettono la faccia e il cuore. Anche lui si è prestato gentilmente ad essere impallinato dal ‘fuoco amico’ di Albano Ricci.
Sei molto giovane ma con grande esperienza politica. Com’è nata questa vocazione? Come pensi che si possa trasmettere ai nostri coetanei?
Grazie Albano per la gentilezza, è vero sono un assessore giovane, una tradizione rinnovata anche in questa legislatura, le giunte comunali di Cortona hanno avuto sempre giovani amministratori, è un investimento sul futuro ed un messaggio positivo di questi tempi.
La passione per la politica è un derivato di famiglia, soprattutto di quella materna. Una famiglia da sempre a servizio della comunità, politicamente impegnata soprattutto nei partiti che si riconoscono nei valori del cattolicesimo democratico, ed io sono cresciuto in questo ambiente. Trasmettere la passione politica ai giovani non è semplice e nel nostro Paese è ora di aprire una seria riflessione su questo tema. La generazione a cui appartengo è quella che al momento ha molto rispetto ai nostri genitori, pensiamo alla rivoluzione di internet ad esempio, una cosa non da poco (la possibilità di parlare immediatamente con chi vuoi in molte parti del mondo), ma che al contempo non ha solide fondamenta per il futuro come invece hanno avuto i nostri genitori, con queste affermazioni intendo parlare di lavoro e di tutela dei lavoratori, di stato sociale con tutti i servizi che ne derivano.
Io come te abbiamo vissuto il culmine dello sviluppo italiano, il decennio che ci ha fatto sperperare tutto quello che di buono si era costruito con il miracolo economico e quello attuale di alternanze, che sicuramente qualcosa di buono ha portato, ma non ci dà prospettive chiare, non ci ha fatto fare un salto in avanti. Se togliamo qualche riforma illuminata che ha puntato sulla qualità del servizio pubblico, si ragiona troppo con la logica del risparmio rispetto all’investimento sul domani. Il sistema politico è diventato rissoso e frammentato, dando ampio spazio alla demagogia populista, questo clima non permette di slegare le energie per creare un paese moderno ed europeo, in grado di raccogliere le sfide della globalizzazione, penalizzando così le nuove generazioni e le forze creative del Paese. I giovani di oggi si ritrovano in questo passaggio della storia del nostro Paese, ragazzi molto intelligenti ed aperti al mondo, ma che sentono il peso di un posto di lavoro più incerto o più flessibile con minori tutele, della mancanza di basi solide per potersi creare un futuro od una famiglia, della comparazione con i coetanei europei. Molti parlano di sfiducia dei giovani per la politica, secondo me non c’è sfiducia sulla politica, ma su certi modi di fare politica. L’eco delle proteste pacifiche contro la riforma universitaria, con l’occupazione simbolica dei monumenti, io l’ho vissuta attraverso i telegiornali della Germania, dove mi trovavo. La manifestazione di protesta nei confronti della riforma Gelmini, che si è svolta in questi giorni a Cortona, ha dimostrato che anche a livello locale i giovani vogliono discutere dei loro diritti e del loro futuro, hanno dibattuto tutta la mattinata pacificamente con tanti interventi da parte dei ragazzi, hanno saputo attirare su di loro l’attenzione della politica e dei media. Nei giovani c’è la volontà di partecipare e di portare il loro contributo per la crescita di questo paese, non è vero che sono dei bamboccioni, c’è bisogno di valorizzare i loro talenti e le loro energie, nel nostro partito a Cortona si sono avvicinati molti giovani, alcuni dei quali sono coordinatori di circolo. Certamente i giovani sono più pragmatici, hanno bisogno di vedere risultati immediati, sono cresciuti in un mondo che corre e che cambia velocemente. I giovani dal canto loro devono rivendicare con forza i loro diritti (nessuno da niente gratuitamente), quando vogliono lo sanno fare, hanno dimostrato di saper fare concentrare l’attenzione del paese e del mondo su problematiche che riguardano il loro futuro.
Il Partito democratico nasce dalla fusione di due partiti di tradizioni differenti ma che hanno fatto la storia di questo paese. Come ogni unione rischia di non assomigliare a nessuno dei due e a non avere una forma riconoscibile ai nuovi elettori e anche a quelli storici. In poche parole ci racconti cos’è il Partito Democratico, per te ovviamente?
Il Partito Democratico per me è un soggetto politico che riesce a racchiudere in sé valori e tradizioni politiche importanti per il nostro paese, è lo sviluppo dell’esperienza politica dell’Ulivo e del cammino intrapreso da Aldo Moro prima della sua tragica scomparsa. E’ una grande forza riformista europea, che riunisce le tradizioni progressiste, cristiano democratiche, liberali e socialiste del nostro Paese, le stesse che all’indomani della seconda guerra mondiale hanno lavorato insieme per dar vita alla Carta Costituzionale. Un partito aperto alla cosiddetta società civile ed attento alla valorizzazione del ruolo della donna nella società a tutti i livelli, un luogo di grande partecipazione e di discussione, un partito radicato nel territorio e nella vita di tutti, con l’ambizione di dare una nuova prospettiva agli italiani seria, convincente ed alternativa rispetto a quella del centrodestra. Una forza politica che difende il lavoro ed i lavoratori, la cultura e la pubblica istruzione, lo stato sociale, che si batte per garantire diritti e doveri a tutti senza distinzione. Una partito attento alle tematiche ambientali, a quelle economiche che non debbono creare forti squilibri nella società, alle politiche di accoglienza e di tolleranza, con una forte identificazione europeista.
E’ in atto una crisi economica, istituzionale, culturale, etica… Quali sono i temi principali che questo partito, ma la politica nazionale tutta, deve affrontare e risolvere con più urgenza?
Per primo una forte politica per dare futuro ai giovani del nostro paese accompagnata ad una politica culturale volta anche al rispetto della legalità e delle istituzioni, da questi due punti dipende il futuro del paese. Cosi com’è la situazione il paese è destinato ad un’impasse che non porterà a nulla. Un serio investimento sulla scuola del futuro, adesso siamo alla canna del gas, non si può trattare la pubblica istruzione attraverso sforbiciate e basta. Qui vorrei ringraziare tutti coloro che operano all’interno della scuola ai vari livelli, per la tenacia e l’impegno che mettono quotidianamente a servizio della comunità, nonostante i tagli che si ripercuotono nel loro lavoro. La scuola pubblica non è un ammortizzatore sociale come ci vorrebbe far credere il Ministro Gelmini, ma è il futuro del Paese, tutto parte da lì, è l’istruzione che forma i futuri cittadini. In secondo luogo una forte politica per la famiglia, i tassi di nascita nel nostro paese sono bassissimi rispetto agli altri paesi europei, il potere di acquisto diminuisce sempre di più a fronte di maggiori spese per servizi che non vengono più erogati. Quindi un ritorno incisivo dello stato sociale, molti paesi se si sono voluti togliere dalla crisi, non solo quella recente, hanno fondato le loro basi sulle politiche della famiglia e e del welfare, la Germania sta uscendo adesso dalla crisi (dopo la riunificazione) proprio lavorando su questi punti. Terzo una politica volta alla promozione delle capacità di creazione dell’industria italiana in Italia, veramente i nostri prodotti all’estero hanno un’eccellenza pari a nessuno, ma devono essere prodotti in loco, perchè qui c’è una conoscenza, una tradizione, un’attenzione particolare pari a nessuno. Insieme alla valorizzazione dei nostri prodotti deve esserci una maggiore attenzione sulle nuove tecnologie, dove abbiamo timidi segnali di poli di eccellenza, ma sono ancora pochi mentre è lì che dobbiamo puntare se vogliamo mantenere competitività per la nostra industria.
Sei un assessore giovanissimo, con deleghe molto importanti e ingombranti. Come gestisci il peso di queste responsabilità? Hai qualche idea per il centro storico, punto nevralgico del turismo locale, da darci in anteprima?
Sono deleghe serie ed importanti, in questo momento entrambe sono seguite con particolare attenzione, cerco di affrontarle con serenità, proiettandole verso il futuro e non cercando di viverle giorno dopo giorno. Ho organizzato il mio lavoro garantendo la presenza continua in entrambi gli assessorati. La delega alla pubblica istruzione con la riforma scolastica necessita di una continua collaborazione con le dirigenze scolastiche e con le istituzioni competenti ai vari livelli. La delega alla Polizia Municipale negli ultimi anni si è legata molto alla tematica della sicurezza, quindi devi sempre affrontare nuove situazioni, che necessitano tutta l’attenzione possibile per conservare gli indici di qualità della vita del nostro territorio. Il centro storico è come uno scrigno prezioso che devi preservare e valorizzare per il bene della comunità, da cui ne trae anche la prima fonte di lavoro nel nostro comune. I residenti del Centro Storico sono la sua anima e contribuiscono a mantenerlo in vita e mantenerne le tradizioni, da tramandare alle generazioni future. Il turismo è un grande volano economico per la nostra comunità, non può essere relegato solo ad una tematica del centro storico, ma è diventato cardine del tessuto economico del nostro comune e tutti dobbiamo fare sistema a difesa e sviluppo del turismo, perché ha ricaduta sull’intero territorio comunale nel segno dell’occupazione, del movimento economico e di vetrina per le produzioni locali. Per il centro storico in particolare, vogliamo creare una ZTL più efficace rispetto a come è adesso, per questo abbiamo iniziato un percorso partecipato insieme ai commercianti ed ai residente, per poter creare qualcosa di ampiamente condiviso, poi ci sarà la videosorveglianza, per frenare quei piccoli reati sia contro il patrimonio comune sia contro quello privato. Ci sono altre cose che stiamo vagliando, ma al momento sono allo stato iniziale, quindi preferirei non anticiparle.
Attenzione da qui in poi l’intervista sembra perdere il controllo, non aver paura. Qual’é il tuo politico di riferimento attualmente e quello che ti ha trasmesso la passione per la politica?
Chi mi ha trasmesso la passione per la politica è stata l’immensa figura di Giorgio La Pira, lungimirante Sindaco di Firenze. Uomo politico che ha abbandonato totalmente se stesso per dedicare corpo ed anima alla sua città, soprattutto nell’aiuto delle fasce più deboli della società fiorentina e dei lavoratori. Con lui Firenze ebbe il boom dell’edilizia popolare e di quella scolastica, la città fu centro della politica internazionale attraverso una vasta rete di contatti tessuti. Invitato a parlare al Soviet Supremo difese la distensione ed il disarmo. Il suo profondo impegno per la pace tra i popoli, l’opera diplomatica per mettere fine al conflitto vietnamita, il continuo dialogo con il mondo mediorientale per la pace in quella regione, lo rendono un esempio di instancabile operatore di pace. Questa figura politica centrale per il nostro Paese non può che essere pietra miliare per chi si occupa della comunità che amministra. Il politico di riferimento attuale è Rosy Bindi altra personalità che dona tutta se stessa al servizio della sua comunità, anche lei cattolica, come dici tu una di quelle che ci mette la faccia ed il cuore. Seguì con interesse la riforma del servizio sanitario nazionale varata da lei quando era Ministro della Sanità nella stagione del primo Governo Prodi, dove si cercava di riportare il cittadino al centro del servizio erogato togliendo privilegi creati nel tempo, separando la carriera privata da quella pubblica. Nel 2001 collaborai alla campagna elettorale per la sua elezione nel collegio uninominale di Cortona, a tutt’oggi continuo a collaborarci. Mi piace la sua coerenza, la sua onestà, la sua semplicità, l’impegno e la passione che mette nel fare le cose, l’attaccamento al territorio, tutte doti non sempre presenti nei politici.
Il libro che va letto per forza…
Il “Diario di Anna Frank” è assolutamente il libro che deve essere letto per forza, scritto da una bambina nella sua clandestinità ad Amsterdam. Ti impressiona perchè racconta drammaticamente la crudeltà cui l’uomo sottopone i suoi simili, nonostante Anna abbia fiducia sulla bontà dell’umanità. Allo stesso tempo risalta il desiderio di libertà e di quotidianità perduti con il tentativo di sottrarsi ai rastrellamenti delle SS, ma anche le piccole gioie, gli amori, il confronto ed i duri contrasti della convivenza (il rapporto all’interno della famiglia messo in crisi) nel piccolo nascondiglio. Facile da leggere, sono piccoli racconti di vita quotidiana in una condizione non ordinaria. Un libro che riesce ad aprirti una serie di riflessioni su quante cose preziose abbiamo ogni giorno e che invece a noi rimangono nell’opacità indifferenti.
Il tuo eroe d’infanzia…
Da piccolo ero molto affascinato da un personaggio dei cartoni animati giapponesi, l’Uomo Tigre, un mix tra lottatore mascherato ed uomo che dedica la sua vita a chi, come lui, non ha avuto una famiglia, una sorta di esempio di riscatto sociale.
Un film, una canzone, un perché…
Come film scelgo “Blade Runner”, è un cult dei film di fantascienza, mi piace molto per l’originalità della trama, la bellezza degli effetti speciali, l’ambientazione, i dialoghi, il monologo finale : “Io ne ho viste di cose che voi umani non potreste immaginarvi…” è entrato nella storia del cinema. Uno di quei film che t’incantano tutte le volte che lo guardi. Per la canzone scelgo Rimmel, io sono un fan di De Gregori e questa è una delle sue canzoni più belle. Un inno all’amore di quelli che rimangono sospesi, un punto in cui ci si ferma e si riflette su cosa si vuole davvero da un rapporto. E’ una canzone veramente emozionante e che ti fa riflettere, consiglio a tutti di ascoltarla.
Adesso lasciati andare: Sandokan o Zorro?
Tanto di cappello a Sandokan ed a Salgari, ma scelgo Zorro, sono innamorato di tutte le serie televisive e dei film su questo supereroe, mi è piaciuto molto l’ultimo con Banderas. Uno di quei personaggi dell’immaginario a cui aspiri quando sei bambino. Ancora il fascino dell’eroe mascherato con il suo bellissimo cavallo e l’abilità dello spadaccino.
Topolino o Paperino?
Topolino, è più concreto, più determinato, ma allo stesso tempo impulsivo e sognatore, dà la sensazione di avere sempre in mano la situazione.
Patate fritte o nutella?
Tu sei un diavolo tentatore, entrambe fanno male se mangiate in maniera eccessiva, ma scelgo patate fritte, preferisco il salato.
Pane col pomodoro o Pane con l’olio?
Visto che siamo in stagione pane con l’olio nuovo, è una di quelle sfiziosità che ti ricordano le giornate grigie novembrine di fronte ad un caminetto acceso, oppure spassionate cene degustando i prodotti dell’autunno in compagnia.
Mortadella o salame?
Mortadella come ripieno di una ciaccia salata, una volta al mille non fa male e ti rallegra.
Natale o Pasqua?
Per un cattolico rappresentano entrambi festività importanti, uno rappresenta la speranza, un nuovo mondo, l’altro la riflessione ed il sacrificio per gli altri, entrambi devono essere presenti nella vita di ciascuno indipendentemente dalla propria fede.
Albero o Presepe?
Presepe ed Albero, quando sei bambino il Natale rappresenta un momento magico con le sue celebrazioni e le sue tradizioni, poi quando si cresce la magia di quando eri bambino si sbiadisce lasciando il posto alla consapevolezza di cosa rappresenta quel momento e per me è bello ed importante trascorrerlo con tutta la famiglia.
Alessandro Magno o Napoleone?
Preferisco Carlo Magno, un sovrano più politico che teneva molto a costruire trame di rapporti politici con i sovrani dell’epoca, padre dell’Europa moderna.
Parigi o Londra?
Londra con gli amici, una città che affascina, cosmopolita, moderna, dinamica. Con i suoi enormi musei scrigni di opere d’arte da tutto il mondo e di tutte le epoche, i suoi immensi parchi cittadini, i suoi locali notturni. Puoi trovarci le tipicità, ma anche tutti i prodotti del mondo. Centro nevralgico ed attivo di tutte le mode e di tutte le arti, una sorta di ombelico del mondo.
Ulivo o Vite?
Ulivo. Oltre a rappresentare un importante passaggio politico personale, è l’albero che più rappresenta la nostra regione, simbolo della pace, simbolo dell’attaccamento al territorio con le sue radici profonde. La raccolta delle olive è un bellissimo momento di aggregazione e condivisione, poi la felicità di avere un olio nuovo buonissimo è una consuetudine che non stanca mai, soprattutto al palato.
Cane o gatto?
Da piccolo mi sarebbe piaciuto avere un cane, ma per via di un’allergia non me lo sono potuto permettere. Lo preferisco rispetto al gatto perchè mi sembra abbia un carattere meno egoista e più festoso, più giocoso, ma è una mia impressione posso sbagliarmi. Ora che l’allergia è passata mi manca il tempo, non sono mai a casa ed un animale è una creatura che, come tutte, ha bisogno di essere accudito bene.
Una Frase…
É una frase di Madre Teresa di Calcutta: “L’amore per essere vero, deve costar fatica, deve fare male, deve svuotarci del nostro io”.
Grazie
Grazie a te Albano e con l’avvicinarsi delle festività auguro a te, alla tua famiglia, a tutti i nostri lettori ed alle loro famiglie, a tutti coloro che sentono la necessità di avere aiuto, una persona accanto o di un pò d’affetto, un felice Natale ed un sereno anno nuovo.
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