{rokbox title=| :: |}images/francescabasanieri.jpg{/rokbox}Ospitiamo con piacere questa nuova rubrica propostaci da Albano Ricci, e ospitata anche sul sito del PD cortonese, con interviste ad esponenti politici locali di quel partito. Ci pare interessante e curioso il fatto che qualcuno provi ad ‘indagare’ l’identità dei suoi ‘compagni’ (in questo caso il termine credo sia ancora permesso, anche se di solito pare debba essere necessariamente accoppiato con ‘amici’) e sarebbe carino che iniziative di questo tipo fossero proposte anche dalle altre formazioni politiche locali. Proprio per questo, come sempre, siamo pronti a dare lo stesso spazio a tutti, riservandoci anche, da bravi dissacratori quali vorremmo essere un nostro spazio personale per ‘controinterviste’, magari con qualche domanda un po’ più cattiva.
Intanto buona lettura a tutti
Ciao Francesca, con te debutta questa nuova rubrica che ha lo scopo di conoscere i “nostri” democratici cortonesi… Quelli che ci mettono la faccia e il cuore, e così in quest’intervista: dovrai metterci la faccia e il cuore. Inizieremo seriamente per proseguire tra raffiche improvvise di banalità e… di fuoco amico.
1,2,3 via… Perché un giovane dovrebbe interessarsi alla politica?
Perché la politica è alla base di tutte le cose che ruotano attorno alla propria vita e la influenzano in maniera determinante: uscire e divertirsi (con spazi appropriati ed occasioni di incontro e svago), studiare, viaggiare, conoscere il mondo, stare in salute… Tutto quello che fanno è regolato dalle scelte politiche in un modo o nell’altro e quindi non possono e non dovrebbero ignorarla. Per far capire questo bisogna però prima allontanare un pensiero comune che esiste oggi tra i giovani (e che Berlusconi e il berlusconismo hanno contribuito ad alimentare), cioè quello del “tanto son tutti uguali”. Dobbiamo far capire ai ragazzi, standogli vicino, parlandogli, ascoltando i loro problemi (e se possibile risolvendone qualcuno) che non siamo tutti uguali, che c’è gente, come tu stesso hai scritto, che ci mette la faccia e il cuore e che ha voglia di cambiare le cose. E dobbiamo far capire loro che dare un voto ad uno o all’altro, o addirittura a nessuno, o far finta di niente quando succedono cose gravi nel paese (tipo la perdita della libertà di opinione e di stampa come sarebbe capitato nella legge sulle intercettazioni) non è uguale ma fa molta differenza anche sulla loro vita quotidiana.
Il Partito Democratico è un partito nuovo, senza ancora un’identità definita, forte: qual’é secondo te la sua identità? Cosa pensa questo partito?
Il Partito Democratico, secondo me, deve basare la sua identità sull’equità ovvero sulla parità di diritti e sulla parità di opportunità. Il lavoro, inteso come fondamento della dignità umana e come riscatto sociale, ne deve essere un pilastro insieme con la difesa dell’ambiente e con la solidarietà (in difesa dei più deboli e bisognosi). Credo anche che la teoria dell’economista R. Florida che teorizza lo sviluppo economico e sociale di un paese attraverso le tre t (talento, tecnologia e tolleranza) possa avere un senso anche per il nostro paese e per il nostro partito. Abbiamo bisogno di aiutare i talenti ad emergere ed essere competitivi ed utili per la nostra società invece di vedere arrivare al successo e ai soldi solo calciatori, veline e furbetti del quartierino; abbiamo bisogno di migliorare la nostra infrastruttura tecnologica e puntare su soluzioni tecnologiche innovative in ogni settore perché con esse possiamo sia migliorare la nostra competitività e l’economia ma anche aiutare l’ambiente che ci circonda, ad esempio, non basando tutto sull’energia nucleare ma trovando fonti e soluzioni alternative equivalenti; e, certo, abbiamo bisogno di più tolleranza, facendoci portavoce di una società in cui non esistano differenze tra poveri e ricchi, tra malati e sani, tra italiani e stranieri, tra uomini e donne e tra diversi di diverse diversità, riconoscendo ed insegnando che la pluralità è alla base di una società equa, libera e ricca di opportunità.
La politica è una di quelle cose che gli uomini hanno plasmato nel tempo a loro immagine e somiglianza. La ritengo ancora molto lontana dall’universo femminile, che è caratterizzato da concretezza, organizzazione. Sei giovane ma già lungamente e profondamente impegnata, ti sembra che le cose stiano cambiando? Quanta strada dobbiamo fare?
C’è ancora un po’ di strada da fare. Rispetto a quando ho iniziato qualche anno fa le cose stanno cambiando: c’è più attenzione da parte degli uomini verso l’universo femminile. C’è stato uno sforzo per coinvolgerci di più e per cercare di riorganizzare il partito in modo che tempi e occasioni siano possibili anche per le donne. Su questo il Partito Democratico di Cortona è stato un apripista importante e ci ha dato tante opportunità di crescere, conoscere e capire. La concretezza e l’organizzazione che tu citi come caratteristica delle donne e sulle quali concordo (insieme con la sensibilità più spiccata o semplicemente maggiormente esternata) sono caratteristiche che sicuramente apportano una visione diversa e nuova della politica e delle sue dinamiche ma sono ancora, da molti, viste come uno stravolgimento delle regole, non scritte, del comportamento politico. Rimane il fatto che c’è sempre un gradino di giudizio in più che una donna in politica, sia essa di destra che di sinistra, deve superare: se qualcuno vuol fare un complimento non dirà mai “è brava” ma dirà sempre “ed è anche brava”.
Parlaci delle tue deleghe e di come hai trovato e incontrato il territorio cortonese, anzi la gente, in questa tua nuova esperienza?
Ho avuto queste deleghe alle Politiche Sociali e Sanità in un momento molto difficile dal punto di vista economico e sociale che ha comportato inevitabili ripercussioni anche sul territorio cortonese. Ho trovato molte persone in difficoltà a causa del lavoro perso o del lavoro mai trovato e molte persone (spesso bambini) con problemi di salute importanti che hanno bisogno di sostegno e aiuto continuo. A questo stiamo facendo fronte con le nostre uniche forze (di personale ed economiche), perché nessun aiuto, per affrontare questi momenti di crisi, ci è venuto dal governo centrale che adesso, con questa nuova manovra finanziaria, sta mettendo in grossa difficoltà anche la Regione Toscana che tanto aveva fatto fino ad oggi per disabilità e non autosufficienza ma che oggi si è vista ridurre drasticamente il fondo sociale e tutti i fondi che andrebbero alle persone più bisognose (disabili e anziani). Ci aspettano e mi aspettano dei mesi difficili da questo punto di vista e, credimi, è davvero difficile e demoralizzante avere davanti persone che hanno bisogno di aiuto e non poter fare e dare tutto quello che vorresti e di cui avrebbero bisogno. Tra gli aspetti positivi che, invece, ho trovato in questo Assessorato sicuramente ce ne sono due che mi stanno a cuore raccontare. La prima è la forza e la quantità di associazioni di volontariato (dalle associazioni legate alla cura e alla salute della persona, ai centro sociali fino alle associazioni culturali e sportive) che ci sono nel nostro territorio. Questo significa che la solidarietà e la coesione sociale sono sempre stati valori fondanti del nostro Comune grazie anche, io credo, alla politica che ha saputo costruire una cultura di aiuto e partecipazione alla vita della comunità. E’ una ricchezza importante che deve essere sempre più valorizzata ed aiutata a crescere e a confrontarsi e collaborare con le altre realtà e rappresenta per le amministrazioni comunali una base solida di aiuto e collaborazione per costruire nuovi servizi e migliorare quelli esistenti. L’altro aspetto riguarda i giovani con i quali è sempre un piacere fare progetti perché da loro c’è sempre da imparare e da stupirsi.
E adesso un po’ di “Invasioni barbariche”. Qual’è il tuo politico di riferimento, quello che ti ha fatto appassionare alla politica?
Direi che il mio politico di riferimento è Berlinguer. Anche se è morto quando avevo solo 10 anni (e ricordo ancora l’immagine della mia famiglia immobile a guardare i funerali in televisione), mi ha trasmesso, forse per quello che mi è stato raccontato e per quello che ho letto, una passione per la politica fatta per la gente al servizio della gente e non per interessi personali, una politica fatta per migliorare il paese e per crescere tutti insieme senza distinzioni.
Il libro che vorresti che tutti leggessero…
Sicuramente Il Piccolo Principe. Credo che sia un libro per tutti, grandi e piccoli in cui ognuno può trovare spunto per una riflessione sia sulla propria vita che sulla società ad ogni età.
Il tuo eroe d’infanzia…
Banale forse, ma assolutamente mio padre.
Un film, una canzone, un perché…
Mh… qui andiamo un po’ sul personale quindi cercherò di dirti dei titoli che c’entrino più con il me-politico che con il me-persona. Mi vengono in mente: come canzone Lo sciopero del sole della Bandabardò e come film il Totò Truffa (hai presente quello in cui Totò cerca di vendere la Fontana di Trevi al turista?). Tutti e due rappresentano bene, secondo me, questi anni bui, in cui c’è stato un santone che ha cercato di venderci delle cose che già erano nostre (come la Fontana di Trevi, Berlusconi ha cercato di venderci la Costituzione e la libertà di stampa che erano nostre e conquistate con tanta fatica) facendoci credere di vivere in un mondo senza problemi, quasi un paese dei balocchi in cui il sole serve solo per abbronzarsi e farci fotografare dal paparazzo di turno.
Ancora più barbariche, gioca con me a scoprire perché siamo quel che siamo o meglio cosa ci piace di più: Batman o Superman?
Batman sicuramente. Abbiamo tutti giocato (io, almeno, di sicuro) a chiamare la nostra macchina bat-mobile o, nel mio caso, fra-mobile. E poi Batman mi piace perché ha sempre un fedele compagno ad aiutarlo e tutti abbiamo bisogno di qualcuno al nostro fianco (che sia un amico, un compagno di vita, Dio) per diventare superoi.
Cenerentola o Biancaneve?
Cenerentola. E’ bellissima la zucca che si trasforma in carrozza, i topini che cuciono il vestito. E poi tutti cerchiamo il riscatto da qualche Anastasia e Genoveffa!
Zucchine o melanzane?
Melanzane, buone buonissime su tutto.
Pane col pomodoro o Pane con l’olio?
Pane con il pomodoro, o meglio pane pugliese con il pomodoro e un po’ di origano.
Mortadella o salame?
In realtà Prosciutto Crudo, ma se devo scegliere, tra le due dico: ma quant’è buono il panino con la mortadella!
Natale o Pasqua?
Natale, Natale è un altra cosa.
Albero o Presepe?
Albero e Presepe.
Cesare o Napoleone?
Napoleone, piccino ma vispo.
Parigi o Londra?
Parigi: fascino, storia e romanticismo.
Ulivo o Vite?
Ulivo, ha un non so che di saggezza e forza.
Cane o gatto?
Chi mi conosce sa bene che non posso che rispondere CANE! Mi piacciono anche i gatti, ovviamente, ma i cani sono diversi, sono veramente degli amici fedeli a cui manca solo la parola, l’affetto e l’amore incondizionato che ti danno non ha prezzo.
Ci regali una Frase…
Dato che l’ho rivisto da poco mi viene in mente questa frase del protagonista del film Baarìa a cui il figlio chiede cos’è un riformista, e lui dice: “Riformista è cu un si sbatti a testa o muru, picchì sapi ca è a testa a rumpirisi, no u muru. Riformista è cu vuoli canciari u munnu senza tagghiari a testa a nissunu…” …che è un po’ come sono io.
Grazie
Grazie a te Albano.
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