Siamo a un giro di boa importante, si va verso la fase decisiva del congresso. Faccio qualche veloce considerazione su quanto visto e ascoltato.
Prima di tutto, alcune scuse, per l’invadenza ed il tifo “civatiano” di questi tempi. C’è della passione, ma c’è anche del calcolo: in questi mesi abbiamo lottato (e lottiamo ancora oggi) contro un certo ostracismo mediatico verso il nostro candidato e ci siamo arrangiati come potevamo, sui social e sui giornali. Proseguiremo naturalmente con le nostre fionde nei confronti dei cannoni mediatici, ma quella prima fase per me è conclusa: a Cortona c’erano 1600 persone, il segnale che il candidato almeno dalle nostre parti è conosciuto, nonostante il chiaro tentativo di riportare tutto al pensiero unico, meglio, al candidato unico.
E non è essere solo bastian contrari, il voler viaggiare in direzione ostinata e contraria. C’è un progetto lungo e importante che rifonda le fondamenta per una nuova sinistra, moderna. Passeremo presto, con la mozione ai fatti ed ai contenuti.
Ma… quello che vedo ed ascolto è una grande distanza tra la nostra gente ed i nostri dirigenti. E non mi pare basti il dibattito dei giornali su candidature e posizioni forti. Manca il senso critico ed il confronto reale su quello che siamo e che vogliamo essere.
Il confronto mediatico si è ormai spostato su un terreno che non è il nostro e che non abbiamo voglia di accettare. Fatto di superomismo e di muscolarità. Fatto da tanti io e da battute di corto respiro, quando secondo noi c’è bisogno di un’analisi complicata e non banalizzata. E’ un terreno di destra secondo me, non di sinistra quello in cui si taglia il pensiero con l’accetta e si creano i pressuposti per disgregazione prima che ricercare una mediazione verso il bene comune. E mi riferisco anche e sopratutto al dibattito locale.
Io mi sto impegnando, anche con un bel bagno di umiltà, a ricostruire un “noi”, in tempi di disaggregazione e disuguaglianza fortissima, incontrando un generale disinteresse per la cosa pubblica. Perchè questa mi sembra la necessità reale: ricostruire una casa insieme in cui ritrovarsi e ritrovare un sentimento di solidarietà. Ecco, per me, nessuno rimanga indietro in questa crisi, non uno di meno.
Non vogliamo cedere alla tentazione di un dibattito sulla sola leadership, perchè non è il cesarismo la soluzione alla crisi, ed è una battaglia che faremo con tutte le nostre forze anche lontano dai riflettori. Perchè una battaglia di giustizia ed uguaglianza, e si, è anche di sinistra. La più grossa vittoria del berlusconismo di questi vent’anni è forse quella di aver portato il suo metodo e le sue parole sul nostro campo, ed il sigillo delle larghe intese pare la firma sul cediamento. E diceva bene Federico Batini l’altra sera alla nostra assemblea, quando sottolineava come la battaglia sia culturale e sull’istruzione prima che sul resto: invertire la tendenza e aumentare il grado di civiltà e solidarietà della nostra società, non adeguarsi alla legge del più forte. Rimaniamo umani, mi ripeto tutti i giorni
Ecco, noi risaliremo controcorrente, con fatica quotidiana, con passione ed entusiasmo. Sapendo dei nostri limiti, ma respirando la grinta che il progetto di rifondare la sinistra anche nei nostri luoghi ti può dare. Ai nostri competitor chiederemo di entrare nel merito delle proposte, perchè lì ci troveranno, ai nostri simpatizzanti di aiutarci a diffondere il nostro sguardo sul futuro. Aspettiamo un aiuto da tutti voi, appassionati di politica e non, perchè ci crediamo nel rifondare il nostro sistema con principi diversi, più giusti e più equi di quelli visti negli ultimi anni, che hanno allargato la forbice tra chi ha e chi non ha. Concludendo una fase e riportando il nostro paese e le nostre città nella contemporaneità. ” Vaste programme, Messieurs. Vaste programme”, ma il nostro programma da qui a venire. Vi aspettiamo ( se volete iscrivetevi su www.civati.it).