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Ex Sadam: nominato il commissario ad acta

Come paventato da mesi, peraltro senza una reale corrispondenza, è finalmente arrivata la nomina del Commissario ad acta che avrà la funzione di gestire il processo di riconversione della ex Sadam. Come negli altri casi in Italia la figura sarà incarnata dal prefetto di zona, nel nostro caso Saverio Ordine, che dovrà quindi fungere da “coordinatore” agevolando il processo di esame del progetto presentato da Powercrop nel tavolo comune insieme a Regione, Provincia e tutti gli altri enti preposti.

La nomina arriva peraltro nel momento in cui tutta la politica locale pare orientarsi in modo negativo rispetto al progetto presentato, come conferma l’atteggiamento tenuto negli ultimi mesi dal Comune di Castiglion Fiorentino e la posizione assunta recentemente, in modo unitario, da tutti i Sindaci della Valdichiana, oltre che di Arezzo

Redazione

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  • La domanda più ricorrente, ossessiva a cui dare risposta negli ultimi tempi è: da dove ripartire, come riprendere il cammino, come uscire dallo stallo in cui ci troviamo?
    Una soluzione sarebbe far ripartire l’industria manifatturiera e da qui rilanciare l’esportazione, ma la cosa non è facile in un mondo globalizzato, dove abbiamo la concorrenza di manodopera a costi bassissimi (questo è il motivo della corsa alla delocalizzazione).
    Esiste l’altra possibilità (l’alta gamma) dove farci concorrenza è più difficile, dove abbiamo quasi l’esclusività, dove è impossibile o difficile copiarci.
    La nostra opportunità si chiama turismo; per questo è indispensabile tutelare e valorizzare il patrimonio artistico, il paesaggio.
    A questo si aggiunge l’esportazione nel settore made in Italy in cui la componente dei generi alimentari può avere un ruolo importantissimo.
    Purtroppo c’è il rischio che si vada nella direzione opposta.
    Per produrre la materia prima della gastronomia serve la terra, ma se questa viene ipotecata per produrre altro?
    Se mettiamo in concorrenza la bocca con il bocchettone del serbatoio degli autoveicoli e quello delle megafabbriche di elettricità?
    Di recente un’inchiesta resa pubblica da green peace ci ha ricordato che da noi esistono in commercio indumenti che è sconsigliabile indossare, cibo spazzatura che faremmo bene a non metterci nel piatto, giocattoli con cui è bene non giocare (tutta roba importata, naturalmente, e in quantità diffusa).
    Se i terreni fertili delle nostre vallate vengono usati per produrre semi di girasole e mais da incenerire da dove arriveranno gli alimenti destinati alle nostre tavole?
    Speriamo di no, ma il rischio che dalle varie guerre rimosse, dimenticate nel mondo, combattute per contendersi terra, acqua e materie prime, un giorno si passi ad una guerra “allargata”, non è da escludere e questo potrebbe complicare il flusso dei rifornimenti di derrate alimentari provenienti da terre lontane.
    Inoltre è bene non dimenticare che destinare i terreni a delle ripetitive monocolture senza rotazione li impoverisce e nel giro di non molti anni li rende sterili.
    Ma non sarà il caso di riflettere prima di fare scelte insensate, prima di segare il ramo dove stiamo seduti?
    Agostino Trippi

  • Le riflessioni di trippi le condivido ma
    nello stesso tempo mi chiedo:ci sono zone in valdichiana con vocazione agricola che qualcuno ha ben pensato dicambiarle in zone residenziali sotto la falsa spoglia di un recupero, per poi farne una speculazione edilizia.
    La nostra terra in valdichiana è una terra fertile e generosa ha bisogno solo che gli agricoltori non perdano la grinta a farsela sottrarre da chi con demagogia e bugie vuole cambiare le carte in tavola.
    Esorto tutti gli agricoltori a non farsi fottere da quei furbacchioni ricordandosi il detto che il contadino ha scarpe grosse ma cervello fino!

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