Elettrodotto Terna “Monte San Savino-Santa Barbara”. Se ne torna a parlare domani sera, nel capoluogo savinese, al circolo Fratellanza artigiana, in Piazza Gamurrini, a partire dalle ore 21. Il dibattito organizzato dal comitato “Alta tensione” vedrà la partecipazione dei tre candidati a sindaco Margherita Scarpellini, Claudio Valdambrini e Luca Stanghini. L’obiettivo è quello di sollevare il problema della costruzione di un elettrodotto che secondo il comitato non ha come scopo quello di razionalizzare la distribuzione dell’energia e del quale il territorio non ha necessità, rispettando così il patrimonio paesaggistico e risparmiando alla cittadinanza un’ulteriore esposizione ai campi elettromagnetici.
L’opera è imponente e non riguarda solo le cittadine valdarnesi: parte attiva sono anche Civitella e Monte San Savino, gli unici due comuni che per il momento hanno approvato il progetto di Terna.
In sintesi il disegno prevede 80 km di linee elettriche nuove e contemporaneamente la sostituzione di 100 km di vecchi cavi, tra Valdichiana, Valdarno e area chiantigiana. I comuni interessati sono ben sei: Monte, Civitella, Bucine, Cavriglia, Montevarchi e Castelnuovo Berardenga. “Il territorio di Monte San Savino e Civitella – fa sapere “Alta tensione” – è particolarmente esposto perché oltre agli effetti devastanti degli elettrodotti, dovrebbe supportare la costruzione di una stazione di trasformazione 380/220/132 chilovolt grande come otto campi di calcio in località Spoiano”. Dalla nuova stazione elettrica di Monte San Savino partirebbero quattro linee, due della potenza di 380 chilovolt e due da 132 chilovolt, per quanto riguarda i raccordi a linee esistenti. I tralicci hanno un’altezza che va dai 49 ai 58 metri e si estendono per diversi chilometri, sia nella valle dell’Esse, verso San Pancrazio, sia verso Foiano. I comuni interessati della Valdichiana hanno approvato il progetto solo dopo le varianti proposte in un secondo momento da “Terna”, le quali hanno come scopo la protezione del patrimonio paesaggistico. In altre parole la società si impegnerà a mascherare la stazione elettrica sotto Spoiano con interventi di mitigazione ambientale, ossia con la costruzione di collinette artificiali poste a perimetro dell’impianto, sulle quali verrebbero piantate essenze arboree locali ma che abbiano la caratteristica di essere sempreverdi e altrettanto proseguirà a fare lungo la Grosseto–Fano nel tratto di visibilità della stazione elettrica, al fine di rendere permanente il mascheramento.
Perchè il progetto vada in porto serve comunque l’ok di tutti i comuni e quello della Regione che al momento pare non essere intenzionata a dare il proprio consenso.
Il Comitato che lotta affinchè il piano di Terna venga bloccato definitivamente, ha lavorato con costanza in questi mesi, raccogliendo 6300 firme nella petizione contro la costruzione del nuovo elettrodotto il quale, oltre che rappresentare un possibile rischio per la salute e un danno al patrimonio paesaggistico e ambientale, costituirebbe lo strumento di un piano molto più complesso: il “Desertec”, del quale Terna fa parte. Desertec è un progetto di una rete di centrali elettriche e infrastrutture per la trasmissione di energia elettrica a lunga distanza finalizzate alla distribuzione in Europa di energia prodotta da fonti rinnovabili, in particolare energia solare dai deserti del Sahara e del Medio Oriente. L’elettrodotto Monte San Savino-Santa Barbara è quindi, secondo “Alta tensione”, solo il corridoio di trasporto di quest’energia destinata ai paesi nord europei.
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