Nel sito internet, dal quale si può fare l’ordinazione per riceverlo a casa, oltre a regole, intenti e ritratto ironico dei 7 ideatori, si legge: “Non dare il peggio di te nella vita reale, dai il peggio di te giocando a “Bunga Republic”! Attenzione! L’uso regolare di questo gioco può generare irrefrenabile volontà di cambiare il Paese”. Presentato a Modena lo scorso fine settimana in occasione del Play – Festival del gioco 2012, il gioco di carte ideato dai ragazzi dell’associazione “Finestre culturali” di Chiusi sta lentamente conquistato il web, non tanto per tema e contenuti, quanto per aver tradotto la realtà in una tragi-comica filosofia ludica e ammantato di regole codificate le deviazioni purulente della politica democratica nostrana.
Diventa il più ricco e influente della “Bunga Bunga Republic”: si gioca in tre, o anche in 11. Età minima per giocare,16 anni. Ci si muove da soli o divisi in gruppi. Tipo partito. Ci sono 95 carte e 8 card speciali. E le varianti di gioco: vince chi accumula più carte “poltrona” possibili, oppure chi raggiunge per primo il suo obiettivo segreto, pescato con una delle card speciali a inizio partita, con mezzi illeciti o con onesta applicazione strategica. In generale, l’abilità del “politico” in gara, sta nel mettere a frutto la propria dotazione di carte: “cash”, “escort”, “amico”, “poltrona”, “investimento” ecc ecc. Con la prima si acquistano le altre, in possesso degli avversari, scartate o da aggiudicarsi all’asta. Tutte possono essere scambiate ed essere utilizzate a seconda del proprio obiettivo. Ma i “mezzi”, le carte a disposizione, sono leciti o meno, mentre alcune carte speciali servono ad ostacolare gli avversari, come “intercettazione” o “toga rossa”, dato che ogni giocatore può essere sia fautore che vittima di minaccia, accordo, intimidazione, mazzetta, favore, pizzino, amicizia mafiosa, pacco esplosivo. Sempre nel sito si legge: “Nella mitica Repubblica del Bunga Bunga era consuetudine investire il denaro per pagare escort da offrire ad amici potenti; questi usavano contraccambiare il favore aiutando a conquistare delle cariche pubbliche che fruttavano fior di quattrini. Vigeva inoltre la regola: “Corrompere gli avversari è cortese, minacciarli, lecito”. Bunga Republic s’ispira ai costumi di quest’antica civiltà estinta”. L’ironia del gioco prestata a ben altri intenti, specie quando si legge che “ogni riferimento a fatti, luoghi o persone reali è puramente casuale.”: sensibilizzare, mettendone a nudo le componenti meccaniche, sugli ingranaggi oliati fino a strabordare, che muovono la vita politica e in generale i sistemi di controllo del potere economico. “Finestre culturali” è nata a Chiusi, nel 2003 da un comitato che già da 4 anni partecipava alla vita associativa del paese. La prima iniziativa istituzionale è stata l’organizzazione del Festival “Finestra rock”, nell’agosto di quell’anno. I 7 sono tutti under 30, si sono firmati con i loro nomignoli. Su Facebook chiedono loro spiegazioni sulle regole e varianti di gioco. Un volta ci si riuniva al tavolo col Monopoli o Trivial Pursuit. O per un sempre verde e salutare tressette. Qualcuno trova irresistibile “Indovina chi?” I più piccoli (anche no..) si divertivano col gioco a pile dei pescetti da pescare con la mini –canna di plastica. Pure l'”Allegro Chirurgo”. Qualcuno stravede per “l’Eredità”, manufatto televisivo, o anche “Chi vuol essere milionario”. Qualcosa è pesantemente cambiato, ora si gioca alle notti di Arcore.
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