Le novità circa la situazione idrica nell’aretino non sono confortanti. Sebbene il dato del volume d’acqua invasato nella diga di Montedoglio presenti un incremento rispetto al dato del 20 gennaio (35,5 milioni contro i precedenti 29 milioni di mc), occorre però dire che le portate in uscita sono state drasticamente ridotte sino a scollegare il capoluogo Arezzo dalla rete. Lo afferma il Direttore Generale dell’EIUT (Ente Irriguo Umbro Toscano) raggiunto telefonicamente stamani per fare il punto sullo stato delle risorse idriche.
“Sono circa due mesi che Arezzo non riceve più l’acqua del Montedoglio, il fabbisogno viene soddisfatto dal prelievo nel bacino dell’Arno ma vista la diminuzione delle portate del corso d’acqua non è escluso che torni ad essere rifornita dal Montedoglio. E sono numerosi i comuni della provincia che ricevono l’acqua dalle autobotti” dice preoccupato il Direttore Zurli.
Le nevicate della prima metà di febbraio sono state ampiamente insufficienti a sanare un deficit che dura da oltre 20 mesi. Sul territorio aretino è caduta circa la metà della pioggia che cade mediamente.
Tra l’altro, i quantitativi di neve precipitati non sono stati eccezionali (20-50cm) come invece è avvenuto per il versante romagnolo e marchigiano (localmente superiori a 2m). L’acqua che s’infiltra nel suolo necessita di alcuni mesi per giungere alle falde ma il problema è che le precipitazioni sulla provincia aretina sono state scarse e lo saranno anche nel prosieguo di questo marzo asciutto e ventilato.
Per dare sollievo all’idrografia occorrerebbe una lunga fase di tempo perturbato che dispensi piogge moderate ed uniformi per diversi giorni ed invece ci apprestiamo a vivere una lunga parentesi di tempo anticiclonico mite e soleggiato, praticamente primaverile, per la gioia di coloro che scalpitano per fare le prime gite fuori porta.
Il consiglio rimane lo stesso di due mesi fa: non sprecare l’acqua, anche perché la nostra costa cara!
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