A pochi giorni dal congresso comunale del Partito della Rifondazione Comunista abbiamo rivolto qualche domanda a Walter Tiberi, Segretario del Circolo “R.Censi”, ritratto qui a fianco in un tenero “quadretto” familiare. Buona lettura
Rifondazione Comunista a congresso il prossimo 5 Novembre…a cosa dovrà servire questo momento di confronto?
Credo che stiamo vivendo un momento politico importante, non solo per la crisi economica ma anche perché molti nodi sociali che, sono stati vissuti, sono stati compresi e puntualmente sono stati rinviati se non addirittura ignorati, sono venuti al pettine; non poteva essere altrimenti.
Cosi come sarà inevitabile che ciascuno, partiti, movimenti, associazioni, si guardi dentro, abbia il coraggio di scrutarsi e capire ciò che è , cosa vuol essere e come può contribuire a sciogliere i nodi. Poi avere il coraggio di decidere e fare, non tanto per se, anzi sicuramente anche per se, ma con la coscienza delle conseguenze delle proprie azioni sugli altri.
Crediamo sia molto evidente che continuare a guardare solo in una stessa direzione, e farlo con progetti politici e economici a breve termine oggi sia un assurdo controsenso.
Crediamo che con questa premessa,a distanza di 3 anni dall’ultimo congresso di Chianciano, si avverte nel partito la volontà di attuare una inversione di tendenza rispetto agli anni passati, si tende ad unire anziché a dividere le varie anime della sinistra comunista. Il confronto in sede congressuale non rappresenta dunque un momento suscettibile di ulteriori frammentazioni, ma un momento di dialogo e dibattito sulla vita del partito, per parlare meno del passato e più del futuro del nostro partito e del nostro paese
Come giudica, anche alla luce del lavoro recente, la situazione del partito in questo momento a livello nazionale e la sua posizione nella realtà cortonese?
Non possiamo nascondere che le continue frammentazioni, la mancata presenza nelle istituzioni nazionali, la mancanza di visibilità, non aiutano i militanti a ritrovare quegli stimoli necessari per impegnarsi nella ricerca e nella analisi politica che deve poi tradursi in impegno, testimonianza e proselitismo. Ma la CONVINZIONE di CHI continua a credere che è possibile realizzare una società più equilibrata è una radice profonda e forte; oggi viene osservata, per fortuna, sempre più da persone giovani che, non essendo condizionati dalla guerra fredda, dal 68, dalle divisioni, vi trova un solido punto di appoggio per poter farla ancora crescere, con loro e per loro. Crediamo che questo rispecchi sia la realtà nazionale, anche se frammentata geograficamente, così come quella cortonese in particolare. Siamo convinti che negli ultimi mesi il PRC è ritornato ad essere un partito capace di creare aspettativa, fiducia, capacità di attrazione e di iniziativa. Il favorire un maggiore confronto interno lungi dal creare frammentazioni, ha posto le condizioni di una crescita del partito, ha dimostrato una forte apertura verso realtà esterne e soprattutto verso i giovani che hanno trovato nel nostro partito un punto di riferimento, uno strumento democratico per confrontarsi con gli altri alla pari. La nostra speranza è anche quella di poter riportare a esprimersi chi ha scelto l’astensione per manifestare la propria posizione
A che punto siamo col percorso della Federazione della Sinistra? Cosa ha cambiato nella realtà delle forze antagoniste di sinistra?
Cerchiamo di rispondere prima alla seconda parte della domanda: “Cosa ha cambiato nelle forze antagoniste di sinistra”; almeno per quello che abbiamo vissuto noi qui direttamente; cambiare profondamente il modo di rapportarsi , ricerca di fare insieme qualcosa d’altro, superare le contrapposizioni del passato guardando al futuro in modo responsabile per quello che si cerca di rappresentare e che si vuole proporre; ed è questo che soprattutto ci ha guidato qui a Cortona in questa ricerca.
Ora rispondiamo alla prima parte della domanda: “a che punto siamo col percorso della Federazione” . Sinceramente ci aspettavamo che nei documenti congressuali, l’argomento Federazione, fosse trattato con una particolare attenzione mentre in effetti non c’è speciale risalto, se non il richiamo, e la conferma, a quanto espresso già dal congresso della Federazione: “E’ un soggetto politico e sociale che vive e trae alimento dalle risorse ideali e umane delle diverse soggettività politiche che costituiscono la Federazione, senza presupporre né implicare lo scioglimento dei partiti esistenti e delle associazioni che decidono di farne parte, superando i limiti già verificati della dinamica scioglimento dei partiti esistenti – costituzione dei nuovi partiti“.
Per quello che ci riguarda, parlo chiaramente del PRC, ora dobbiamo verificare quanto il congresso, con gli interventi dei militanti, riesca a riproporre , e in che termini, il progetto Federazione. Sicuramente oggi il PRC non si scioglierà per dar vita a un nuovo soggetto; ma altrettanto sicuramente continuerà a lavorare per un qualcosa che superi addirittura la FDS con allargamento verso altre forze di sinistra, proprio per realizzare un polo di alternativa vera e concreta. Ma questo grande progetto, sarà appunto nei contenuti della discussione nei congressi, cosi come è presentato nei documenti e negli emendamenti presentati.
Per quello che riguarda la nostra realtà locale, l’impressione di uno stallo sentita dai militanti, ma soprattutto dai giovani che più si sono battuti per questo progetto, credo sia dovuta proprio all’attesa delle rispondenze congressuali. Questa situazione di indugio non crea certamente motivazioni per chi come noi del PRC che invece fa dell’attività il proprio senso politico; il non riuscire a trovare riscontri adeguati nelle iniziative crea delusione e non solo; ma attenzione, questo non deve essere considerato un segnale di rottura, ma di sensibilizzazione per lavorare seriamente.
Sta di fatto che il percorso intrapreso sino a ora a Cortona non può e non deve essere considerato inutile, se non altro per le aperture che ha avuto. Il riscontro popolare verificato durante la festa della FEDERAZIONE della Sinistra a S.Lorenzo, ha dimostrato che, oltre alla festa, insieme si può fare bene anche politica.
Uno dei principali obiettivi che si è posta questa segreteria non è certo quello di costruire una Federazione che sia una mera sommatoria tra PRC e PdCI; ma di poterla realizzare in modo che rappresentasse anch’essa un esempio di inversione di tendenza contro le continue scissioni del passato, tuttavia non possiamo negarci che un deciso salto di qualità sia necessario, diremmo anche urgente considerando la situazione sociale, economica e politica del Paese e i confronti a cui siamo chiamati
Rifondazione, e la Federazione della Sinistra, a Cortona sono parte dell’alleanza di centrosinistra. Quali sono i rapporti con le altre componenti di maggioranza, in particolar modo col PD?
Rispondiamo a questa domanda sperando di aver chiarito in precedenza che cosa intendiamo quando si parla di PRC e di Federazione, lo ripeto perché avvolte abbiamo notato ancora poca coscienza della realtà politica di sinistra a Cortona.
Quindi ogni soggetto autonomo della Federazione, PRC, PDCI (nel caso di Cortona), ha sottoscritto un patto di maggioranza con la coalizione di centro sinistra, un programma che deve essere considerato come impegno preso con i cittadini del Comune.
Sono sincero, ricordo ancora bene quante perplessità abbia avuto il nostro segretario di allora al momento di sottoscrivere il patto che ci avrebbe portato alle elezioni comunali del 2009; cosi come ricordo bene le lacrime di gioia di Silvia Broncolo dopo l’esito dello spoglio, come sempre Lei era stata fondamentale nell’individuare la strategia politica che ci avrebbe portato a quel risultato.
Gli impegni vanno mantenuti, ed anche questo vuole essere un preciso dovere di questa segreteria, con la precisa attenzione al più possibile rispetto degli impegni presi con la maggioranza , ma anche con gli elettori.
Gli incontri di maggioranza, incontri prettamente politici, spesso richiamati dal PRC, non rappresentano solo momenti di verifica sulla tenuta, ma di discussione , avvolte anche accesa, e chiarimenti sulle scelte fatte e da fare. Gli incontri di maggioranza NON credo debbano essere momenti idilliaci, ma ci siamo sempre adoperati in modo che si potessero svolgere in un’atmosfera non condizionata da voci e pregiudizi, in modo da salvaguardarne lo scopo costruttivo.
Questo ci ha permesso di riuscire a stabilire un rapporto politico onesto e proficuo, spero almeno di non essere smentito; gli eventuali rapporti personali credo che esulino dalla tua domanda.
Il rapporto con il PD a nostro avviso deve essere considerato primario per il ruolo e la responsabilità che questo partito ha nel sostegno all’Amministrazione e verso la cittadinanza. Per tale ragione abbiamo cercato di stabilire contatti più frequenti in modo che la chiarezza e l’informazione preventiva rappresentino terreno fertile per lo sviluppo costruttivo della collaborazione attuale e futura
Nel 2009 alle amministrative a Cortona avete riportato un risultato importante, a livello nazionale però rivestite ancora un ruolo marginale. So che la domanda è complessa ma, secondo lui, su quali basi si può operare per rilanciare il partito?
Il risultato del PRC cortonese alle elezioni amministrative del 2009 deve necessariamente essere letto nel contesto locale in cui si è verificato, sicuramente frutto di un rapporto storico dei cittadini con gli esponenti locali del partito, ma anche con possibilità di maggiore presenza e visibilità dei militanti . Certamente i risultati a livello nazionale sono deludenti e non all’altezza della sfida che avevamo e che abbiamo di fronte. Il PRC si trovò in una situazione di maggiore distacco con tutte le altre forze formate dal suo frazionamento; è stato quello che ha dovuto pagare il peso maggiore della caduta del governo Prodi. Paradossalmente, l’essere stato inserito nelle istituzioni si è rilevato come un boomerang passivo, invece che permetterne una conoscenza reale, anche se poteva essere critica, del messaggio politico che portava. Ancora esclusiva visibilità verticistica, spesso non aderente alla volontà della militanza che ne era invece forza. Ha comunque contribuito molto anche il bersagliamento mediatico negativo, cosi come per esempio nessuno menzionò il gruppo di 190 persone organizzato dal partito per aiutare i terremotati dell’Aquila. Mettiamoci anche poi la storia del voto utile venuta dal centro/sinistra. Ma molto ci abbiamo messo anche del nostro, questo perché c’erano e ci sono ancora delle sacche di incerti, con poco coraggio di affrontare scelte diverse e importanti. Oggi come allora siamo ad affrontare una volontà bipartisan che vuole far scomparire il nostro partito da ogni qualsivoglia punto di osservazione, cosi come ogni riflessione critica del sistema.
In queste condizioni è difficile rilanciare un partito, ma se ci credi devi farlo, penso che sia un dovere prima di tutto verso noi stessi poi verso chi ci ha sempre sostenuto, verso chi ci osserva e aspetta da noi un sussulto per dar vita a una reazione. Il ciclo della rifondazione comunista non può ne concludersi in Rifondazione ne nel rifondare Rifondazione; ci chiediamo se ne saremo veramente capaci di fare questo balzo. Allora il nostro compito e dovere è quello di preparare persone e partito a quel salto generazionale che potrà garantire freschezza di idee e energie, necessarie a poter migliorare la nostra società impegnandosi a modificare il sistema che la governa. Rispettando quell’onesta intellettuale e rettitudine morale che storicamente ci ha distinto, dare spazio e responsabilizzare i nostri giovani , siamo sicuri, porterà più attenzione e partecipazione all’attività politica generale; la scommessa sta proprio nel chi avrà il coraggio di farlo prima e concretamente, riportando la cultura ad essere l’elemento trainante
Tornando a Cortona: mi può fare un quadro dei principali obbiettivi programmatici e di quanto siete riusciti a concretizzare in questi primi anni di Giunta?
Senza dover rifare una rilettura degli intenti programmatici dell’inizio di questa giunta, possiamo semplificare che, come ogni programma politico locale, ci si pongono obiettivi di ricerca del miglioramento della qualità della vita nel territorio. Cerco di sollevarmi da un condizionamento di parte politica … e osservando oggi il nostro territorio vedo che :
prima di tutto non si deve chiedere altri oneri ai cittadini causa sforamenti o mancanza di realismo amministrativo;
finalmente è operativa almeno una parte di circonvallazione, non è tanto, ma almeno una parte del traffico pesante è stato portato fuori Camucia.
È stato razionalizzato il traffico interno eliminando i semafori più critici con le rotonde.
È aumentato l’introito all’economia turistica con iniziative che hanno valorizzato i beni artistici del nostro comune.
Si riesce a dare ancora un minimo sostegno a chi chiede aiuto in Comune per sopravvenuta mancanza delle proprie risorse; nonostante siano aumentate le richieste e diminuiti i fondi.
Penso che potremmo ancora continuare a ricordare qualche altra cosa di positivo, anche se non indenni da critiche. Ma quante altre cose dovevano essere fatte e se non altro affrontate. Preferisco rimanere in questo tono non ufficiale, riprendendo fra i miei appunti, le cose che ti vengono dette parlando con la gente, riprendo quelle che mi sembrano coinvolgere più aspetti contemporaneamente. Chiedo scusa se riporto citazioni di argomenti che si riferiscono quasi esclusivamente al centro abitato più grande del Comune.
“Camucia invivibile, politica urbanistica cieca, pochissime zone verdi”
“trovami 100mt di via praticabile con il passeggino a 100mt dal passaggio delle auto”
“La gente non è portata a socializzare, mancano opportunità per parlarsi, si crea il disagio dei quartieri dormitorio di periferia”.
“Perché non riuscite a organizzare meglio la raccolta differenziata, potrebbe dare il lavoro a qualcuno”.
“Mio figlio studia all’università, ne vale la pena di questi sacrifici?”
“Aumenteranno le opportunità di lavoro nel nostro comune?”.
Quante cose rimangono da fare. Chissà mai se sarà possibile riuscire a trovare un equilibrio; ma sicuramente dobbiamo affrontare più realisticamente i problemi della gente.
Pur riconoscendo le difficoltà contingenti dovute alle restrizioni economiche, ai tagli, ai trasferimenti, al soffocamento a cui il Patto di Stabilità Interno messo a punto dal governo credo più centralista della storia repubblicana, cui sono costrette le autonomie locali, dobbiamo ricordare che è sul programma che l’alleanza è stata costruita, e quello deve continuare a essere il terreno in cui la nostra attenzione deve rimanere. Ci sono questioni del programma ancora aperte ed irrisolte e compito di Rifondazione non può che essere quello di portare l’attenzione della maggioranza su temi particolarmente cari al nostro partito perché vincolati agli interessi dei cittadini, dei lavoratori! Senza i contenuti politici l’alleanza con il centrosinistra sarebbe sterile e priva di una prospettiva.
Non è un buon momento sul fronte sociale, in particolar modo per il lavoro. Alcuni episodi recenti fanno pensare che la difesa dei diritti e la lotta sindacale tradizionale non paghi più come prima. Che ne pensa? Dobbiamo rassegnarci a sacrificare i diritti tradizionali per continuare a lavorare o può esserci qualche nuova via?
La nostra costituzione intende il lavoro come diritto, al servizio e a misura d’uomo.
Le conquiste sociali e sindacali del secolo scorso sono state quelle che hanno ridato dignità alle persone, che hanno permesso alle persone di vivere e godere del progresso che loro stessi avevano contribuito a creare.
Non sono state conquiste il liberismo e il capitalismo sfrenato e senza regole.
Quale valore può essere dato oggi al lavoro se la ricchezza finanziaria è 10 volte maggiore di quella prodotta; come potrà mai funzionare questo equilibrio per ridare dignità alle persone umane.
Ci si domanda perché , nel momento della necessità del rilancio dello sviluppo, si parli esclusivamente di aumentare la facilità di gestire le persone, come se fossero le persone a essere il problema più grosso.
Sul tema lavoro si ritrovano i nodi cui abbiamo accennato all’inizio delle tue domande, scuola di base, università, ricerca, grandi aziende degne di questo nome che possano reintegrare le conoscenze e fare vera programmazione industriale; queste sono le basi su cui devi fare progetti a lunga scadenza, guarda caso , per assurdo, sono i progetti che deve fare una famiglia nel suo piccolo, che poi però non trova riscontro nel mondo che oggi la circonda.
In una situazione di questo genere penso che sia normale che prevalga l’individualismo; deve essere considerato non normale che si sia voluto creare questo stato di cose.
Non ci sono più le condizioni che permettevano rapporti tra datori di lavoro e prestatori d’opera, questi equilibri sono ormai saltati, di conseguenza è inutile ancora rincorrere gli strumenti di lotta sindacale tradizionale, non solo non funzionano ma rischiano di isolare ancora di più chi si impegna per la propria dignità e quella dei suoi colleghi.
La cosa più triste, ma per assurdo sarà anche quella che ci salverà, è che non si vede una soluzione quindi và ricercata e trovata, qui è la salvezza impegnarsi a trovare soluzioni che non ci sono. Proprio per questo abbiamo già sollecitato la segreteria comunale del PD a lavorare insieme come maggioranza, insieme con tutti gli altri attori legati all’argomento, analizzando il possibile sviluppo del tema lavoro sul nostro territorio. Le cose da fare sono tante e grandi, forse troppo grandi, ma se ognuno da il suo piccolo contributo …
Non si tornerà indietro, non credo che dobbiamo lottare per ricreare antichi equilibri, dobbiamo capire che la storia sociale ci ha insegnato molte cose, ma dobbiamo anche capire che non possiamo imitarla ma superarla se vogliamo veramente crescere; è qui che ancora il comunismo può fare la sua parte, soprattutto con le generazioni più giovani che possano vivere questo momento senza condizionamenti … vietato porglieli.
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