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Coppa Bologna Ciclismo: la cronaca dai nostri inviati (2)

{rokbox title=| ::  |}images/ciclismo2.jpg{/rokbox}Dopo 18 lunghi anni di assenza è tornata sabato 5 giugno la Coppa Bologna a Montallese, ed è tornato così il grande ciclismo nella Valdichiana senese. Finalmente! Verrebbe da dire, finalmente una gara di elite-under 23 approda in questo territorio dove la passione per le due ruote non è mai mancata. La corsa, giunta alla sua 41° edizione e fatta rinascere grazie al lavoro encomiabile del Comitato Coppa Bologna diretto da Paolo Capaccioli e coadiuvato dal Team Bicidea,  ha visto la partecipazione di 93 atleti che si sono dati battaglia sotto la prima canicola della stagione e nel cuore di un triangolo paesaggistico che tutto il mondo ci invidia, il triangolo formato dalle terre del Trasimeno, dalle colline senesi e dalla Valdichiana.

Un cuore che il suo centro simbolico e ideale proprio nel velodromo di Montallese, recentemente restaurato, che ha fatto da cornice alla partenza della 41° Coppa Bologna. Su di un percorso di 138 km, comprendente nel finale la doppia ascesa di Sarteano, 14 corridori hanno animato la lunga fuga decisiva, su e giù per i dolci ma infiniti rilievi senesi, immersi in un contesto naturale così suggestivo, così immobile che sembra immortalato da una fotografia fuori dal tempo, fuori dalla storia. Le figure di Betti, Mucelli, Di Serafino – ma anche di tutti gli altri –  si sovrapponevano idealmente a quelle di Idrio Bui, di Bruno Tognaccini, di Sante Ranucci, di Marcello Mugnaini e di Osvaldo Lelli, cioè di quegli ex professionisti del passato che hanno presenziato alla gara.  Ma c’è un altro motivo per cui la storia entra di prepotenza nelle dinamiche della Coppa Bologna: è l’unica gara ciclistica contemporanea ideata da un proprietario terriero, e ad esso ancor oggi dedicata: e questo solamente ci fa capire quanto fosse condizionante il sistema della mezzadria per la vita dei contadini dell’epoca, e quanto soprattutto la figura del padrone influenzasse il loro modus vivendi. Ne è passato di tempo da quel mero sfizio di Francesco Bologna, un ricco signore che, annoiatosi delle corse dei cavalli, si divertiva nel vedere sfrecciare ciclisti su queste strade bianche e polverose, eppure la gioia di chi assiste oggi alla gara è la stessa di 60 anni fa, quando magari i ragazzini aspettavano il passaggio rumoroso delle corse all’ombra di una quercia, e degustando un cono alla crema del gelataio ambulante. Da allora di qui è passata la scia della gloria di grandissimi campioni come Bartali, Bitossi, Moser, Ballerini (nella foto, premiazione dentro il velodromo, 1985), ed è sulla quella scia –  oggi non  più polverosa come una volta-  che gli organizzatori, in primis Capaccioli e Leonetto Tistarelli,  hanno innestato l’ entusiasmo necessario per riportare qui a Montallese biciclette e ammiraglie. Per la cronaca i fuggitivi si sono ripetutamente frazionati nel corso dell’ultimo giro, rendendo così l’epilogo incerto ed emozionante, anche se ormai a giocarsi il successo erano rimasti una dozzina. Alla fine ha trionfato Emiliano Betti (Gragnano) che, nel suo primo successo stagionale, ha battuto in uno sprint ridotto Davide Mucelli (Monsummanese Bedogni Grassi) e Matteo Di Serafino (Vega prefabbricati Montappone). A seguire, un altro terzetto regolato da Miletta, compagno di squadra del vincitore, che ha regolato Salvatore Puccio (Monsummanese Bedogni Grassi) e Stefano Di Carlo (Futura Team Matricardi). Più dietro, tutti gli altri reduci della fuga. Festa grande dunque per la Gragnano Sporting Club, festa grande per tutti gli appassionati di Montallese, che dopo anni  ripropongono al grande pubblico ciclistico una gara che è così esclusiva perché ha un legame inscindibile con il suo territorio. La Coppa Bologna può tornare ad essere una classica, e questo gli organizzatori lo sanno benissimo

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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