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Chi l’avrebbe mai detto che a meno di un metro sotto l’asfalto della SR71 si nascondeva un segreto così sorprendente e tale da poter forse rivoluzionare la datazione temporale della storia del mondo e delle specie animali? La notizia attende ancora conferma, ma se ne parla da qualche giorno a Cortona e dintorni anche se, come si dice in gergo, le bocche sono cucite. Noi di Valdichianaoggi però non ne buchiamo una e siamo in grado anche stavolta di raccontarvi come è andata.
Durante i lavori per la metanizzazione nei pressi di Tavarnelle di Cortona gli operai al lavoro si sono accorti che alcune pietre ad una profondità di poche decine di centimetri dal manto stradale avevano una forma stranamente regolare.
Incuriositi hanno scattato una foto, mostrandola prima all’autista del Sindaco che si trovava lì di passaggio, poi ad un tecnico dell’Ufficio Cultura del Comune.
Il solerte funzionario, noto per i suoi contatti altolocati un po’ in tutto il mondo, l’ha spedita al Prof. Marino De Nunzis del Dipartimento di Paleontologia dell’Università di Hasselblad (vicino Stoccolma) per un consulto. Il professore, tipico “cervellone” italiano riparato all’estero qualche anno fa, sconvolto dall’immagine è subito accorso a Tavarnelle per approfondire il ritrovamento.
Giunto sul posto gli è apparso tutto chiaro: si tratta di frammenti di una dozzina di denti di una specie animale non identificata disposti lungo un arco che fa pensare a una mandibola.
La cosa impressionante è che l’arco pare abbia un diametro di quasi due metri, il che fa pensare ad un animale di dimensioni enormi. Dalla forma e dalla disposizione dei denti il professore ha dedotto che si tratta sicuramente di un predatore anfibio vissuto nell’ultima parte del periodo detto “cretaceo” e quindi circa 60 milioni di anni fa. Il problema è che secondo le conoscenze scientifiche odierne in quell’epoca animali di quelle dimensioni erano già estinti.
Un ritardatario oppure una nuova specie? Oppure la dimostrazione che tutte le teorie sull’estinzione di certe specie siano prive di fondamenti reali?
Il ritrovamento, se davvero fosse confermata la tesi del professore italo-svedese, potrebbe rivoluzionare le teorie scientifiche.
Insomma: Cortona potrebbe davvero riscrivere la storia, come fu col ben noto mammuth di Farneta ritrovato negli anni 60. Altro che Foiano e Lucignano con le loro battaglie di Scannagallo e affini! Altro che Castiglion Fiorentino con quel carrarmato!
Presto la zona sarà transennata e probabilmente sarà disposta una deviazione del traffico.
Il Sindaco di Cortona, interpellato telefonicamente dalla redazione, ringraziando il suo autista e il solerte funzionario dell’Ufficio Cultura che hanno contribuito a questa grande scoperta, assicura che non ci saranno assolutamente disagi per gli automobilisti e aggiunge con una punta di orgoglio che “il fortunato ritrovamento pone ancor di più Cortona al centro di un proficuo turismo archeologico”.
La rivoluzionaria “dentatura” finirà esposta al MAEC? Speriamo. Per Cortona sarebbe un ulteriore ‘pezzo da 90’ in un museo già straordinariamente importante.