E’ questa la differenza più importante, a mio avviso, rispetto agli altri candidati: quel #civoti come slogan, quel noi che rappresenta il progetto collettivo che sta alla base della mozione Civati.
Un progetto partito dal basso, dalla base, e non calato dall’alto, scritto a mille mani e con mille proposte che sono venute da amministratori virtuosi (come Mirko Tutino), esperti di vari settori (come Rita Castellani o Filippo Taddei), semplici militanti e cittadini che hanno portato il proprio contributo e la propria esperienza a servizio di un progetto e di un idea nuova e diversa di PD e sopratutto di Italia.
Abbiamo visto che i partiti personalistici (uniti accanto ad una o poche persone), sia a destra che a sinistra, non hanno funzionato e non funzionano e sopratutto non sono in grado di cambiare il nostro Paese in positivo perchè portano avanti sempre solo le istanze di gruppi ristretti di potere. Per un vero rinnovamento e cambiamento è necessario che torni un grande movimento di popolo unito da ideali e non da idoli; solo in questo modo, in Italia, sarà possibile fare quelle riforme di sinistra che il nostro paese da tempo attende come quelle sul lavoro, sui diritti civili, sulla redistribuzione del reddito, scuola e ricerca. Tutti argomenti sui quali Civati ha avuto sempre parole chiare e coerenti nel tempo.
Attorno a lui si è riunito un gruppo di persone che via via è cresciuto ed è diventato sempre più attivo nonstante l’assoluto oblio a cui ci hanno condannato i media nazionali (tv e carta stampata). Persone deluse dal proprio partito e dalla propria classe dirigente, che, invece, si sono (ri)trovate insieme con le stesse idee e le stesse priorità per il futuro, segno evidente che il progetto del PD è sempre stato molto più vivo tra i suoi elettori che tra i suoi dirigenti. Abbiamo riportato al centro del dibattito politico i contenuti e non le poltrone da spartire. Ringrazio tutti i miei compagni e le mie compagne (tante, finalmente!) di viaggio perchè con loro ho riscoperto l’importanza di fare squadra e le parole che sono alla base della politica: passione ed entusiamo. Li ringrazio perchè so che questa avventura non finirà l’8 Dicembre ma andrà avanti dentro il PD con la spinta propositiva e propulsiva che ci ha caratterizzato in questi mesi.
Domenica si vota e la classifica non è ancora decisa, anzi. Mi appello a tutti coloro che credono ancora che una sinistra forte, progressista e unita nel nostro paese possa essere la chiave di volta per uscire dalla crisi e ricostruire quei valori di uguaglianza e dignità sociale che abbiamo perso negli ultimi 20 anni.
Non rassegnatevi a votare il candidato che vince, o peggio ancora, a votare contro un candidato che vince troppo. Votate per l’idea, per la visione che avete e che volete del Partito Democratico e del nostro paese: votate per voi stessi ma sopratutto per quello che vorreste lasciare ai vostri figli. Le cose stanno piano piano cambiando e, come già sapete, le cose cambiano cambiandole.