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Alla fine le elezioni amministrative del comune di Chiusi si chiuderanno così come si erano aperte: all’insegna del dramma shakespeariano. Ma se all’inizio la scena sembrava molto movimentata, con delitti, scandali e gelosie adesso tutto sembra più o meno rientrare in una sorta di “volemose bene”, anzi in “Molto rumore per nulla”. L’ipotesi di due liste con il simbolo del PD, che alla luce della spaccatura all’interno del “partito di maggioranza della maggioranza”, ad un certo punto era parsa inevitabile sembra ormai tramontata; si sarebbe infatti ricucito lo strappo tra quelli che passeranno alla storia come il gruppo degli autosospesi ed il gruppo dei 95.
I primi sono i 13 membri dell’assemblea comunale del PD chiusino (tra cui l’ex sindaco Marco Ciarini e l’attuale capogruppo del Pd in Provincia Marco Nasorri) che alla fine di febbraio si erano sospesi dal Partito invocando un clima più democratico e una netta rottura con il passato. Passato che per Chiusi si chiama Luca Ceccobao, sindaco della cittadina etrusca per un mandato e mezzo, fino a quando nel maggio scorso ha lasciato la poltrona di primo cittadino per l’assessorato regionale alla mobilità
I 95 sono i membri del PD che, in risposta agli autosospesi, il 1 marzo hanno chiesto ufficialmente il ricorso alle primarie. Sono considerati molto vicini al “passato” del PD di Chiusi.
Ma è nella notte tra il 9 ed il 10 marzo che si consuma il doppio dramma shakespeariano: il segretario del PD di Chiusi, Paolo Giglioni, presenta le proprie dimissioni mentre l’assemblea dell’unione comunale del partito delibera di procedere con le elezioni primarie. Non passano neanche 24 ore che dalla segreteria provinciale di Siena arriva lo stop e l’ennesimo colpo di scena: la Commissione territoriale di garanzia ritiene di non considerare valida la delibera dell’assemblea comunale del Partito che ha sancito il ricorso alle primarie per scegliere il candidato a sindaco.
A prendere in mano la situazione è un Comitato di reggenza (formato da un membro della segreteria provinciale e da tre di quella comunale) che, ancora in queste ore, sta trattando all’interno, dove le parti sembrano aver trovato l’accordo e non proprio in discontinuità con il passato, e all’esterno con i potenziali alleati (PSI, IDV,SEL,PRC).
E intorno al PD? Si sta muovendo da mesi un comitato di cittadini, Res Publica, che, mancato l’aggancio con gli autosospesi del PD e con parte di SEL, probabilmente scenderà in campo; venerdì 1 aprile, nella saletta del teatro Mascagni, lancerà la proposta. Potrebbero aderire gli scontenti della sinistra e del centrosinistra. Quelli che contano, in entrambi i Partiti, si tireranno indietro.
Nel centrodestra, al momento, sono due le certezze: la Lega Nord, che ha presentato una propria lista guidata da Niccolò Martinozzi e la lista civica (che gode di simpatie proprio nel centrodestra ma che non ne vuole i simboli) con la candidatura dell’ex-preside dell’Istituto alberghiero Artusi di Chianciano Terme, la professoressa Rita Fiorini Vagnetti.
Insomma una lista di centrosinistra , due liste di destra, una lista civica vicina alla sinistra ed una vicina alla destra: soltanto un leggero solletico per un Partito che nel 2007 ha guidato la coalizione che ha conquistato il 78% dei consensi.
Tanto rumore per nulla. Chi conta ha deciso di non cambiare