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Qualche volta in estate, col tempo buono, mi piace inforcare la mountain bike (con fatica, vista la mia inclinazione ai piaceri della tavola) e salire a Civitella della Chiana dalla mia Monte San Savino. Via dei Lecci, una striscia di sterrato immersa nei boschi che sale da Ciggiano. A Civitella mi ristoro, una bottiglia d’acqua fresca all’alimentari in piazza e poi su, al monumento ai caduti della strage. E’ sempre un momento che mi commuove, un tuffo nella memoria.
Immagino la mattanza di quel giorno dei Santi Pietro e Paolo del 1944. La memoria va a quegli uomini, comunisti, cattolici, liberali, ecclesiastici, che si batterono contro il fascismo e il nazismo. Per l’Italia libera e democratica. Per i loro figli e per i loro nipoti. Penso a Don Alcide Lazzeri, che tentò di barattare la sua vita con quella della sua gente. Penso a tutti gli eroi della Resistenza che non sono mai abbastanza celebrati e che qualcuno vorrebbe addirittura sminuire. Secondo me sono loro, i partigiani, gli italiani un po’ più italiani di questi 150 anni.
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