Eccolo qua, il progetto per il Polo di energie rinnovabili di Castiglion Fiorentino. All’Hotel Planet di Rigutino gli ingegneri di Powercrop, guidati dal presidente Raimondo Cinti, hanno presentato il nuovo progetto per la centrale a biomasse che avrebbe trovato il suo sito ideale a Ca’ Bittoni, la zona adiacente al Centro volo di Serristori tanto per intendersi, lungo la via della Misericordia che collega Cesa a Manciano.
Ca’ Bittoni ha “vinto” la concorrenza dell’ex Zuccherificio e di Porto a Cesa perché risponde meglio a parametri programmatici (lo Zuccherificio presenta criticità di tipo idraulico) e perché, con la sua conformazione vallonata, mitiga meglio l’impatto ambientale e visivo sulla natura. In realtà di novità ce ne sono state ben poche, visto che i dettagli del progetto già si conoscevano e sono visibili sul sito della Provincia. In sintesi: Powercrop ha previsto un Polo costituito da un motore da 12,2 mw che brucia l’olio derivato dalla spremitura dei semi di girasole e da una caldaia da 23 mw nella quale confluiscono i panelli di girasole più la granella di mais. In totale si prevede il consumo di 50mila tonnellate di girasoli (corrispondenti poi a 19mila tonnellate di olio) e di 10mila tonnellate di granella di mais all’anno, a fronte di una produzione di energia elettrica di 134.600 mw all’ora. “Una tecnologia inadatta alla combustione dei rifiuti” ha voluto aggiungere il progettista Sergio Zermiani. In più, i tetti di alcuni stabili saranno rivestiti di un impianto fotovoltaico della potenza di 609 kw e sarà creato un impianto di teleriscaldamento che coprirà 307 utenze nelle frazioni limitrofe.
Stando agli accordi per la riconversione dell’ex Sadam e dei nuovi criteri di sostenibilità ambientale (deliberati con decreto legge nel luglio scorso), Powercrop si impegna ad approvvigionare la centrale con le materie prime provenienti nel raggio di 70 km dal Polo, un raggio che comprende ben 10 province e 5 regioni diverse. Negli ultimi anni in questa zona di riferimento sono stati coltivati 31mila ettari di girasole, ma per il fabbisogno del polo ne servirebbero 20mila, il 3% del suolo agricolo delle regioni di Toscana e Umbria. Dati che secondo l’ingegner Mario Bimbatti smentirebbero il pericolo “monocultura”. Un dato che ha interessato la folta assemblea (più di 150 persone presenti) è stato il consumo di acqua, pari a 37mila metri cubi all’anno, che significano circa 70 litri al minuto, l’equivalente di quanto consumano 240 famiglie italiane. Powercrop ha interrogato l’Autorità di bacino del Valdarno che si sarebbe espressa positivamente in merito a questo eventuale consumo, ma venendo da un’estate torrida in cui quasi tutti i Comuni della Valdichiana hanno stabilito il divieto di attingimento acqua, qualche perplessità è legittima.
L’altro nodo delicato è l’impatto ambientale, che Powercrop ha studiato affidandosi all’ingegner Omar Retini. Retini ha riferito che la zona non è sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale (decreto legge 42/2004), che attualmente non ci sono criticità nell’aria e che, sugli studi virtuali delle emissioni di un impianto come quello progettato, le emissioni nocive sarebbero 0,5 μg/m³ di Nox (ossidi di azoto) e lo 0,8 μg/m³ di Pm10 – i limiti massimi previsti dalla legge sono di 40 μg/m³. Per quanto riguarda le sostanze di rifiuto, il Polo produce 650 tonnellate di ceneri pesanti all’anno, 1.950 tonnellate di ceneri leggere e 1.050 tonnellate di rifiuti solidi. Per limitare al massimo l’impatto visivo, il Polo sarà contornato da veste aree verdi e sarà colorato di verde, beige e marrone scuro. Non c’è stato nemmeno un cenno invece alla riqualificazione dell’area dell’ex Zuccherificio.
Presenti in sala anche molti esponenti del Comitato Tutela Valdichiana, fra cui il presidente Gianni Mori, e delle istituzioni, in primis il sindaco di Castiglion Fiorentino Luigi Bittoni. Dopo il “no” di Fanfani e della Regione, anche Bittoni ha ribadito la sua linea di pensiero. Non è un “no” a prescindere, ma è un “no” contro una mera fabbrica di energia elettrica che non tiene conto della volontà popolare e del futuro del territorio.