{rokbox title=| :: |}images/fini3.jpg{/rokbox}Oggi a Castiglion Fiorentino si sono viste le due facce di Fini. In verità un po’ a sorpresa, perchè ci si aspettava solo quella istituzionale, nella nuova splendida sala del Consiglio Comunale, peraltro (lo ha sottolineato il capogruppo di minoranza Gabriele Falco nel suo intervento) ancora in attesa di una intitolazione. In quel frangente il Sindaco Brandi (potete leggere l’intero discorso in questo post) non ha mancato, pur all’interno di in un intervento di grande responsabilità e equilibrio, di ricordare al Presidente i problemi degli enti locali “stretti in una morsa” dal dovere di risparmiare in un momento in cui potrebbero invece, con maggiore libertà di spesa, rivelarsi di grande aiuto nel rilancio delle economie territoriali.
Il volto del Fini politico si è visto invece prima, quando in modo del tutto inatteso ha incontrato in una saletta nello stabile del Teatro Comunale i rappresentanti locali (aretini e della Valdichiana) della sua “Generazione Italia”, il movimento interno al PdL da lui fondato. Un incontro di una mezz’oretta che pareva dovesse restare privato, ma nel quale non hanno avuto particolare difficoltà a farsi spazio i giornalisti. E così, in una situazione a cavallo fra l’incontro coi suoi adepti e la conferenza stampa, si è visto il Fini vero, quello che più ci interessava. Un Fini in verità piuttosto moderato e costruttivo, che di fronte agli accenti polemici di alcuni dei “suoi” (in molti si sono detti “isolati” all’interno del PdL, raccontando le loro recenti esperienze nel partito e nelle sedi istituzionali) ci è parso tendere più che altro a stemperare gli animi. “Vogliamo dare il nostro contributo al PdL e all’azione del governo, fornendo uno stimolo costante che rientra nella normale dialettica necessaria all’interno di un partito così grande”. “Meglio cinque o dieci teste pensanti che due o una”. Questo, in sostanza, il suo pensiero, con forti richiami alla legalità (non casuali, vista la situazione di queste ore) e alla necessità di guardare al futuro, a non appiattirsi su vecchie posizioni o su posizioni altrui (vedi Lega), rispettando il più possibile le promesse elettorali.
E proprio l’assenza di rappresentanti provinciali del PdL, a parte l’abbastanza esiguo manipolo di “finiani”, è destinato a far notizia e probabilmente sarà rimarcato dai giornali. Un’assenza che il Presidente ha commentato senza troppe polemiche, limitandosi a una battuta: “Non sanno cosa si sono persi”. A margine, infine, anche un’assicurazione riguardante l’ex-Sadam, sollecitata dagli stessi operai.
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