Come annunciato ieri mattina oggi dovrebbe essere il “D-Day”, o per dirla alla Giuseppe Gioacchino Belli “Er giorno der giuddizio” a Castiglion Fiorentino. Ancora in sospeso la possibile quadratura dei conti con conseguente convocazione del Consiglio Comunale per approvare il bilancio di previsione 2011: non è dato sapere, se non da voci e ipotesi, da dove possano arrivare i fondi necessari per “tappare il buco”, ma le sensazioni che si ricavano cercando di interpretare le varie “bocche cucite” è che si continua a lavorare e sperare in una soluzione. L’impressione è che la parte di “irriducibili” in Giunta, nel gruppo consiliare di maggioranza e nel PD sia ancora largamente maggioritaria e che di conseguenza anche il Sindaco abbia uno stimolo in più per aspettare ad alzare bandiera bianca.
Il problema però è il tempo: 4 milioni di euro (pare che sia questa la cifra mancante) non si trovano tanto semplicemente e i vari tentativi esperiti finora non sembrano aver portato a grandi risultati.
Cominciamo a cercare di disegnare un quadro, restando ovviamente (vista anche l’assenza quasi totale di comunicazione istituzionale) nel campo delle ipotesi.
Quando scade la proroga? Pare scada il 25 Settembre visto che la consegna ai consiglieri comunali della missiva prefettizia riguardante appunto la proroga si è chiusa il 5. Quindi il termine scadrebbe fra due domeniche, cioè fra nove giorni, e ne servono cinque di anticipo per convocare il Consiglio Comunale. Ciò fa ritenere che il giorno ultimo per l’eventuale convocazione possa essere lunedì prossimo convocando il consiglio per sabato 24.
E’ fattibile tutto questo o la decisione definitiva, come pare più probabile, sarà presa oggi nel corso della Giunta che dovrebbe svolgersi dalle ore 11?
Sono 3 le “carte” che ha in mano Enrico Cesarini per salvare il salvabile, uscire nel miglior modo possibile dalla vicenda e lasciare un terreno buono per garantire un futuro al centrosinistra castiglionese.
Peraltro sono tutte carte deboli, ed è inutile dire che l’unica vincente sarebbe quella di far approvare il bilancio al Consiglio.
La prima carta è quella di dimettersi. Servirebbe a poco, se non sul piano formale e del significato politico, dove suonerebbe tipo “ci abbiamo provato, ma non ci siamo riusciti”. Per alcuni potrebbe sembrare un’onesta ammissione di impotenza. Le dimissioni diventerebbero effettive dopo 20 giorni, ma a quel punto il termine prefettizio sarebbe già scaduto da un bel po’: resterebbe il valore simbolico della resa.
Seconda ipotesi: la dichiarazione di dissesto. Congelerebbe il debito e provocherebbe l’arrivo di un commissario ad-acta incaricato di occuparsi del debito stesso. Sindaco e Giunta resterebbero formalmente in carica. E’ un’ipotesi da vagliare, che potrebbe essere interpretata sia come volontà di non lasciare la città senza una guida politica, sia come un eccessivo arroccamento.
Terza ipotesi: l’attesa per così dire “inerme” dello scadere della proroga, con l’inizio delle procedure di commissariamento “ex-lege” che causerebbero il decadimento di Sindaco e Giunta e il “traghettamento” del commissario prefettizio fino a nuove elezioni. Anche in questo caso una scelta di questo tipo potrebbe essere interpretata come una volontà di voler risolvere fino all’ultimo il problema, ma anche (forse) come un arroccamento.
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