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Nel nostro paese da troppo tempo viviamo giorni di grande delicatezza istituzionale, d’incertezza democratica del potere, eppure in troppi continuano a far festa sull’orlo del precipizio. Da una parte un nuovo signore che, richiamando il lontano passato italiano dell’epoca delle Signorie, si erge a paladino di una concezione di democrazia individualista dirompente e mai vista nei sistemi liberaldemocratici: quella del “ci penso io” e del “fermi tutti: i diritti sono i miei,della mia parte; i doveri sono i tuoi, degli altri”.
Dall’altra parte gli eredi dei partiti di massa che nel periodo 1943-1946, attraverso il Cnl, costruirono la Repubblica italiana e che oggi non trovano una classe dirigente che sappia sintonizzarsi unitariamente dalla parte della Costituzione, lasciando in effetti spazio politico ad una parte della magistratura che, causa il sistema del processo indiziario, negli ultimi trentanni si è fatta spesso governo e potere parlamentare.Quanto potrà durare ancora questa situazione? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma un sindacato confederale come la Cisl, che nella nostra storia repubblicana, si è fatta spesso soggetto politico generale donando all’Italia aiuti decisivi per la conquista e il mantenimento delle libertà costituzionali, della democrazia economica, del concretizzarsi della solidarietà e del pluralismo, deve mettere nuovamente in campo i propri talenti, che oggi sono portati avanti dalla leadership bonanniana, per farsi promotrice di una nuova stagione che chiuda l’attuale inverno e scongiuri il pericolo di una democrazia levantina incentrata sulla figura del Rais. Tanto più che ora quel modello viene rifiutato e sconfitto proprio in tanti paesi arabi del mediterraneo.La nuova stagione non sarà facile da costruire, ma agli “italiani brava gente”, come la storia insegna, nulla è impossibile.Una nuova unità sindacale basata sulla difesa della Costituzione, dei valori comunitari nazionali e sulla lotta a quel liberismo economico che in breve volger di tempo ci ha riportato all’homo homini lupus, alla mercificazione di tutto, compresa la persona umana, dovrebbe essere un obbiettivo non impossibile. Battersi per riportare in primo piano i valori della persona spirituale, della Civitas italiana, dei diritti e dei doveri dei lavoratori , a partire dall’avere un salario consono e dignitoso, non dovrebbe essere una base di piattaforma impossibile per rimettersi insieme al servizio della nostra causa nazionale. Se ciò non fosse possibile, allora sarebbero davvero tempi tristi e terribili dove alle persone di buona volontà non rimarrebbe altra strada che quella di rifondare un nuovo Cnl a difesa di quanto i nostri padri seppero conquistare sconfiggendo la barbarie nazifascista. Ma, forse, siamo ancora ben lontano da questa prospettiva e bisogna essere ottimisti, anche perché sul Colle del Quirinale abbiamo un Presidente che è un baluardo, forte e invalicabile, per coloro che volessero attentare all’Italia repubblicana.Anche di questo i sindacalisti oggi devono discutere. Guai a coloro che si voltassero dall’altra parte dicendo: “non ci riguarda!”. I giovani precari, coloro che lavorano sottopagati, gli studenti e tutti i cittadini, che hanno a cuore il domani democratico d’Italia, potrebbero confonderci con la parte vecchia e da pensionare del nostro paese, così come hanno fatto gli egiziani e gli altri popoli mediterranei con i loro rais.
Ivo Camerini
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