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E’ stato definito la maschera grottesca dell’ italiano medio, il simbolo dell’ arrivismo della generazione a cavallo del boom economico (e non solo …) :non c’è nulla di più forzato e qualunquistico in queste etichette attribuitegli nel corso dei decenni da una pletora di critici cinematografici distratti a idolatrare persino chi il cinema non l’ ha mai realmente fatto.
Alberto Sordi ha rappresentato specularmente il carattere e il volto universale di tanti italiani miti e schiacciati dal peso di una società incombente con le sue contraddizioni e le sue violenze, costantemente in lotta nel tentativo di un’integrazione sociale quasi sempre mancata.L’ impiegatuccio (UN EROE DEI NOSTRI TEMPI, UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO), il soldato di fanteria (LA GRANDE GUERRA), l’ aspirante imprenditore edile (IL MARITO, IL VEDOVO, IL BOOM), il meridionale al Nord (MAFIOSO), il sacerdote di provincia (IL DISCO VOLANTE, IL PRETE ep.di CONTESTAZIONE GENERALE, ANASTASIA MIO FRATELLO), il funzionario di banca con la famiglia in disfacimento (AMORE MIO AIUTAMI, IO SO CHE TU SAI CHE IO SO), il geometra accusato di omicidio colposo (DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO), lo straccivendolo (LO SCOPONE SCIENTIFICO), il rappresentante di armi (FINCHE’ C’E’ GUERRA C’E’ SPERANZA), il giudice incorruttibile (TUTTI DENTRO), il vetturino in pensione (NESTORE L’ ULTIMA CORSA) sono i capolavori della sua inarrivabile interpretazione artistica, con la trasparenza della sua grande umanità dietro la maschera.
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