{rokbox title=| :: P|}images/acqua2.jpg{/rokbox}Nuove tappe sul tema acqua con appuntamenti e posizioni che vengono a chiarirsi. Per prima cosa c’è da segnalare che stasera si riunisce il comitato referendario per quanto riguarda la zona Valdichiana; riunione fissata alle 21 a Camucia, presso la Sala Civica di Via Sacco e Vanzetti. Oltre a questo vi forniamo un link con i quesiti referendari, tratto dal sito del comitato promotore, così da fare un po’ di chiarezza visto che in questi giorni si è parlato tanto di acqua ma nessuno ha speficato in modo preciso cosa viene chiesto attraverso i referendum. Inoltre in queste ore si vanno delineando alcune posizioni politiche, sia su scala nazionale che locale.
Per prima cosa il Sindaco di Arezzo Fanfani in un’intervista su “La Nazione” precisa i motivi per i quali ha scelto di sottoscrivere i referendum, precisando che la sua adesione non ha tanto un significato locale, in merito all’operato di Nuove acque che anzi giudica in maniera positiva, ma nazionale, contro una legge ritenuta pericolosa come quella recentemente passata in parlamento che prevede la riduzione del capitale pubblico nelle società che gestiscono il servizio idrico al 40% entro il 2013. Nell’intervista si ricorda lo stato delle cose aretine, con Nuove Acque che è proprietà per il 54% dei Comuni del nostro territorio. Sul referendum Fanfani dice: “Non so se sia lo strumento più idoneo, ma sicuramente si tratta di un’iniziativa corretta”. Sul tema è intervenuto anche a più riprese Paolo Ricci, amministratore di Nuove Acque che ha criticato il referendum (lo ha definito “una pagliacciata all’italiana”) ricordando quanto ai costi del servizio ad Arezzo, indubbiamente alti, corrisponda però l’ottima qualità del servizio stesso, con grandissimi investimenti messi in campo in questi anni. Inoltre, dice Ricci, la realtà di Nuove Acque è la diretta discendenza delle disposizioni di legge, dalla Legge Galli (Regionale) in poi.
Intanto l’Italia dei Valori sta promuovendo autonomamente una raccolta di firme per un referendum abrogativo delle nuove disposizioni del governo (insieme ad altri due quesiti, uno sul nucleare e uno sul legittimo impedimento) mentre il PD, a livello nazionale, ha già detto di considerare il Referendum come qualcosa di non sufficiente e in definitiva non meritevole di essere appoggiato non per quello che chiede ma perchè inefficace nei suoi intenti di fondo, proponendo la via alternativa di una raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge di revisione complessiva delle disposizioni vigenti sul tema.