L’azienda Bottega, da sempre attenta alla tematiche sociali, già in passato ha creato bottiglie a tema per ricordare eventi che hanno segnato la storia dell’uomo e per esorcizzare il rischio che si verifichino nuovamente. L’anniversario dei 70 anni della tragedia nucleare di Hiroshima ha spinto l’azienda trevigiana a realizzare una bottiglia celebrativa. Si tratta di una creazione in vetro soffiato che riproduce al suo interno una colomba, simbolo universale della pace e al tempo stesso monito contro la guerra. La speciale bottiglia, che contiene una selezione di grappa di Prosecco, è stata prodotta in versione gigante da 3 litri e verrà inviata come tributo speciale al Museo della Pace di Hiroshima. Un’analoga bottiglia gemella da 20 cl, denominata “Peace for Hiroshima” viene invece prodotta dall’azienda e venduta in Italia e in Giappone. Una parte del ricavato delle vendite sarà destinato allo stesso museo della martoriata città nipponica per aiutare gli Hibakuska, ancora in vita. Con questa parola giapponese si indicano infatti i sopravvissuti alla bomba che hanno subito e continuano a subire nel corpo e nella psiche le prolungate conseguenze delle terribili radiazioni. Hiroshima, che insieme a Nagasaki, ha subito le devastazioni dell’atomo impiegato per fini bellici, è diventata un simbolo e un luogo della memoria riconosciuto come tale in tutto il mondo. La città ha saputo nel corso dei decenni perseguire il suo necessario sviluppo nel segno della normalità, ma continua a fare i conti con un passato ingombrante sempre in fase di metabolizzazione. Il 6 agosto 1945, alle ore 8,16 del mattino, il bombardiere americano Enola Gay sganciò su Hiroshima la bomba atomica. Questo evento tragico ha di fatto segnato la fine della seconda guerra mondiale. A distanza di 70 anni il sito dove sorge il Memoriale è diventato uno dei luoghi più visitato dell’intero Giappone.
Nella foto Sandro Bottega, titolare dell’azienda, con Asako Hirano e Akiko Sano nell’atto di ricevere la bottiglia in rappresentanza del popolo giapponese.
Claudio Zeni
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