Relais Borgo Campello, struttura diffusa all’interno del borgo medioevale di Campello Alto (Pg), composto dal Castello e dal Convento dove si coniugano perfettamente il buon riposo, la natura e la magia dell’antichità, è opera di Vincenzo e Daniela Naschi.
Romani, Daniela restauratrice e Vincenzo ingegnere con un master alla Bocconi ed esperienze manageriali nel settore turistico finanzioìario, hanno dato vita al recupero del borgo, ridotto dopo il terremoto del 1997 ad un blocco di ruderi.
«Vincenzo, come nasce il Relais Borgo Campello?»
«Potrei dire per pura casualità, ma anche per amore di questo luogo. Sia io che Daniela venivamo giovanissimi da Roma a fare le colonie estive nel nel vicino convento dei padri Barnabiti. Poi con il passare degli anni tornavamo sempre in vacanza in questo borgo che emana un fascino particolare, finchè nel 1996 decidemmo di acquistare qui il nostro primo immobile. Sempre più invaghito delle potenzialità di questo luogo cominciammo a comprarne altri fino alla nascita del Relais Borgo Campello, un albergo diffuso composto dal Castello e dal Convento».
«Quali sono le caratteristiche del vostro Relais?»
«La nostra location offre un’ospitalità particolare al cosiddetto turismo esperienziale. Un’offerta al di fuori dai percorsi più conosciuti per vivere un’esperienza autentica di bellezza, enogastronomia e ricreazione a contatto anche con i dieci residenti ancor oggi al castello o con la congregazione dei frati presenti al monastero».
«Appennino, Appetibile e Appetitoso è stato il claim della serie di eventi estivi da voi proposta. Perchè?»
«Dall’Appennino arrivano straordinarie eccellenze gastronomiche: formaggi e salumi, vino e pasta, olio e salse… vale a dire il Gotha del mangiar bene all’italiana. Eccellenze che con la nostra Lady Chef Rosi abbiamo proposto e proponiamo anche in questo autunno ai nostri ospiti del Relais e ai clienti esterni al fine di rivalutare ‘lo scrigno’ di golosità che queste montagne ci regalano».
«Avete dato vita alla Onlus Fondazione Borgo Campello, quali sono le sue finalità?
«La Fondazione si pone come fine generale quello di tutelare, promuovere e valorizzare uno dei caratteristici borghi d’Italia, il Castello di Campello e i suoi valori fondanti: solidarietà sociale come forma di impegno etico-sociale a favore di altri e alla bellezza come principio di conoscenza e di educazione alla sensibilità dell’animo umano. Borgo Campello fu tra i primi nel Granducato di Spoleto a dotarsi degli statuti comunali per la ‘convivenza pacifica’. L’originale del 1527 è andato perduto, nostro obiettivo è recupeare la copia che nell’Ottocento fu data al Papa e che dovrebbe trovarsi negli archivi Vaticani o in quelli di Stato».
di Claudio Zeni