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Monteverro dalla passione al vino

La tenuta Monteverro, ai piedi del borgo medievale di Capalbio, si estende su tre colline su una superficie di circa 60 ettari, a un’altezza tra 30 e 80 metri sul livello del mare.

Monteverro, che dedica il nome proprio ai cinghiali presenti con riproduzioni di vario materiale sparsi nella tenuta ma anche in carne ed ossa nella estesa macchia attorno, è il frutto di Georg e Julia Weber, tedeschi, arrivati in Maremma nel 2003 con la volontà di produrre un vino di altissima qualità e con un sogno nel cassetto: vedere un giorno i loro vini annoverati fra i più importanti al mondo.

 

Non a caso i Weber si avvalgono della consulenza del celebre Michel Rolland, noto anche come il “flying winemaker”,  che grazie all’enorme esperienza in diverse zone vinicole convinse Georg Weber a puntare sull’allora sconosciuto terroir della Maremma meridionale.

Responsabile del lavoro quotidiano nel vigneto e in cantina è l’enologo Matthieu Taunay, originario della Loira e con un bagaglio di esperienze accumulate in prestigiosi vigneti di tutto il mondo, dalla Napa Valley al Sudafrica, passando per Châteauneuf-du-Pape fino alla Nuova Zelanda. Dalla prima vendemmia del 2008 vive in Toscana e condivide con i Weber l’ambizione di produrre vini d’eccellenza originari della Maremma.

 

Il credo della tenuta Monteverro è: un buon vino non nasce in cantina, ma nel vigneto. “Questa convinzione è basata su un approccio olistico allo sfruttamento del terreno da cui le vigne traggono tutta la loro forza e vitalità – evidenzia Silvia Marchetto, professionale e gentile marketing & press che ci ha accompagnato nella visita della tenuta dei Weber e nella degustazione dei loro vini – la proprietà vede il suo terreno come un organismo vivente, il cui equilibrio è compromesso dall’impiego di erbicidi, insetticidi e fungicidi. E’  necessario quindi lasciare che la natura segua il più possibile il suo corso e favorire la biodiversità, per trarre il massimo da un terroir così prezioso. Per questo la proprietà non può prescindere da una lavorazione rispettosa della natura e dei suoi prodotti, sia nel vigneto sia durante la produzione del vino in cantina.”.

 

Claudio Zeni

 

Claudio Zeni

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