TOP TEN
- Cina Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo
di Joseph Tritto, Cantagalli (€ 20.00)
- Il cielo come una tenda
di Sergio Valzania, EDB Edizioni (€ 10.00)
- A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia
di Aldo Cazzullo, Mondadori (€ 18.00)
- Perché l’Europa ha cambiato il mondo. Una storia economica
di Vera Zamagni, Il Mulino (€ 24.00)
- Sardine in piazza. Una rivoluzione in scatola?
di Massimo Arcangeli, Castelvecchi (€ 9.00)
- Invito al pensiero
di G. Michele Tortolone – Ugo Mursia Editore (€ 9.50)
- Emilia Romagna da bere e da mangiare
a cura di AIS Emilia e AIS Romagna, Primapagina Editore (€ 13.90)
- Helgoland
di Carlo Rovelli, Adelphi (€ 15.00)
- La mia pasta madre
di Vea Carpi in collaborazione con Irene Hager, Raetia Edition (€ 24.90)
- Fu sera e fu mattina
di Ken Follett, Mondadori (€ 27.00)
LO SCAFFALE
ALBANA. UNA STORIA DI ROMAGNA
di Giovanni Solaroli, Vitaliano Marchi, Editore Il Ponte Vecchio (€ 15.00)
Scritto a quattro mani da Giovanni Solaroli e Vitaliano Marchi, entrambi sommeliers e docenti AIS, profondi conoscitori dei vini del territorio, Albana, una storia di Romagna è un’opera completa, che racconta la storia del ‘grande bianco romagnolo vestito di rosso’, dalle incerte origini del suo nome alla improbabile leggenda di Galla Placidia, da vino popolare e contadino a vino ricercato ed inimitabile.
Dicono di lei, l’Albana: Da Gianfranco Bolognesi, Il calice dell’ospitalità. Andar per vini in Romagna: il Forlivese, 1978, «Bertinoro e Albana, un binomio indissolubile, un matrimonio di stima e amore, vecchio da secoli, solido e duraturo come la terra, il sole, l’aria che respirano dal vicino mare Adriatico. La vedi l’Albana, inconfondibile nel suo colore come i raggi del sole, la senti odorare di terra che sprizza romagnolità da ogni zolla, la respiri inebriandoti nel profumo melodioso, dolce e riposante. È l’Albana dei romagnoli veraci e solidi che “andavano incontro alla loro guerra”, è l’Albana di ieri e di oggi che non ha nulla da spartire con le altre “Albane” moderne (vinificate alla “Tirolese”, cioè in bianco, in assenza totale di bucce), esili e delicate, deliziose (certo) e maliziosamente femminili, di un biondo scarico “innaturale”, eleganti e sofisticate, romantiche e aristocratiche. Albane che si concedono, giovanissime perché il tempo è loro nemico, ai piaceri facili e voluttuari dei “poveri” di spirito».
di Claudio Zeni