TOP TEN
di David Quammen, Adelphi (€ 14.00)
di Roberto Burioni, Rizzoli (€ 15.00)
di Kobe Bryant, Rizzoli (€ 25.00)
di Giuseppe Squillace, Leo S. Olschki Editore (€ 22.00)
di Carol Hart, Edizioni il Punto d’Incontro (€ 13.90)
di Daniela Gambino, Graphe.it (€ 11.90)
di Marino Niola, Bompiani (€ 12.00)
di Liliana Segre, Piemme (€ 12.00)
di Marco Van Basten, Edwin Schoon, Mondadori (€ 20.00)
di Massimo Gramellini, Solferino (€ 16.00)
LO SCAFFALE
I RIMEDI FLOREALI ITALIANI
di Mara Granzotto, Edizioni il Punto d’Incontro (€ 12.90)
Molti conoscono i fiori di Bach, ma non tutti sanno che questi rimedi si possono preparare anche utilizzando i fiori del luogo in cui viviamo. Unico nel suo genere, I rimedi floreali italiani è una guida al riconoscimento, alla preparazione e all’utilizzo di 33 nuovi rimedi della floriterapia italiana, ottenibili con le piante a km 0, ossia quelle “del proprio giardino” e più facilmente reperibili nel territorio italiano.
Il metodo di produzione proposto, oltre a essere applicabile a un numero più vasto di piante, fondamentalmente non prevede di recidere alcun fiore e, se si parla di vibrazioni, non è certo da sottovalutare la vita e il benessere della pianta!
Oltre a illustrare come autoprodurre i rimedi floriterapici utili a migliorare gli aspetti emozionali, psicologici e fisici di chi li assume, I rimedi floreali italiani associa in modo molto chiaro i 33 rimedi a parti anatomiche e problematiche fisiche, ai meridiani della medicina tradizionale cinese e ai chakra legati alla tradizione indiana. Infine, le chiavi di ricerca sulle proprietà vibrazionali dei fiori, sulle caratteristiche e sugli eventuali disturbi permettono di individuare velocemente il rimedio più idoneo da assumere.
DON MILANI E IL CONCILIO
di Erico castellucci, EDB Editore ( € 9,00)
La direzione complessiva della Chiesa conciliare è indubbiamente «estroversa»; la storia del Vaticano II dimostra che fin dall’inizio una parte crescente e poi maggioritaria dei vescovi e dei periti si collocò sulle prospettive di papa Giovanni, rifiutando un approccio nostalgico alla cristianità e adottando uno sguardo più umile, meno trionfalistico e capace di rapportarsi con il mondo dall’interno, non dall’alto. In altre parole, il Concilio seppe globalmente prendere atto che la secolarizzazione era un processo irreversibile, di fronte al quale conveniva – evangelicamente – porsi come lievito, sale e luce.
Il pensiero di don Lorenzo Milani rimase sostanzialmente immutato prima, durante e dopo il Vaticano II, probabilmente perché il priore di Barbiana ne aveva anticipato alcuni tratti fondamentali, percependo esattamente l’istanza della missione e del dialogo proveniente dalla Chiesa del Concilio.
Eppure, alla fine della sua vita, il priore di Barbiana si ritenne sorpassato dal Vaticano II nelle intuizioni che aveva espresso anni prima con Esperienze pastorali: «Oggi il mio libro lo leggono i conventi molto arretrati e le suore, come lettura spirituale». Se però don Lorenzo poteva ridere del fatto che il Concilio lo aveva affiancato e forse in alcuni tratti anche superato, è perché egli lo visse da lontano, ma desiderando e sostenendo molti di quei principi che in quell’assise venivano proclamati.
di Claudio Zeni
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