TOP TEN
di Kobe Bryant, Rizzoli (€ 25.00)
di Benedetto XVI, Robert Sarah, Cantagalli (€ 18.00)
di Liliana Segre, Piemme (€ 12.00)
di Massimo Gramellini, Solferino (€ 16.00)
di Marco Van Basten, Edwin Schoon, Mondadori (€ 20.00)
a cura di Gaetano Cataldo, Leo S. Olschki Editore (€ 28.00)
di Mino Milani, Gammarò Editore (€ 14.00)
di Viola Ardone, Einaudi (€ 17.50)
di Marco Lodesani, Avenue Media (€ 32.00)
di Enrico Mentana, Liliana Segre, Rizzoli (€ 15.90)
LO SCAFFALE
LA MUSICA PRIMA DI TUTTO
di Jean-Louis Ska, EDB (€ 25.00)
«La musica prima di tutto» è un celebre motto del poeta francese Paul Verlaine, precursore del movimento simbolista. A suo giudizio, nella poesia contano innanzitutto la sonorità e il ritmo perché l’unità del poema è un’unità di tonalità. Anche un testo biblico è come uno spartito di musica e il testo «vive» solo quando è interpretato. Per questo è essenziale individuare la tonalità di un brano biblico appena si inizia la lettura. L’esegeta può essere tentato di fermarsi subito e di scrutare alcune note, l’uno o l’altro accordo, dimenticando di sentire l’intera melodia, con le sue variazioni, le sue sfaccettature e la sua complessità.
Molti lettori dei testi biblici sono al corrente del contesto dei brani letti e spiegati. Vale la pena, tuttavia, cercare di ascoltare la melodia prima di soffermarsi sul fraseggio di una formula o di un versetto. Che vi siano diverse voci, diversi strumenti e, ogni tanto, più di una variazione sullo stesso tema in un passo dato non cambia molto il problema di fondo. Occorre sempre evitare di leggere parola per parola, balbettando, perché il testo è una totalità, non la semplice somma dei suoi componenti.
BREVE STORIA DEL SEGNALIBRO
di Massimo Gatta, Graphe.it (€7.00)
Cosa usate per tenere il segno, quando momentaneamente interrompete la lettura di un libro? Avete mai prestato davvero attenzione a quell’oggetto (biglietto del tram, fiore essiccato, laccetto di seta…) che vi permette di ritrovare il punto in cui vi eravate fermati? Fra il segnalibro d’emergenza (come la classica e vituperata “orecchia”) e quelli pregiati, pensati come elementi da collezione, passa un mondo che non merita soltanto curiosità classificatoria, ma una considerazione che non è troppo definire filosofica; proprio con questo termine, infatti, l’autore – esperto degli aspetti paratestuali del libro – descrive il segnalibro come «un elemento filosofico prima ancora che materiale». Oltre alla puntualità della prospettiva storica, un ricco apparato di note e una nutrita bibliografia rendono questo saggio limpido e prezioso, mai pedante e tra i rarissimi contributi dedicati all’argomento.
di Claudio Zeni
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